Tra i 30.000 spettatori del concerto di Trieste di Eddie Vedder e soci di domenica scorsa c’era anche un po’ della giunta pratese. Il sindaco Matteo Biffoni ed il vice sindaco Simone Faggi, per la precisione. Intendiamoci, non in veste ufficiale: solo da grandi fans dei Pearl Jam. La vena “grunge” del sindaco di Prato non era mai stata nascosta, in effetti: Biffoni è da sempre, anche forse data la sua età anagrafica, sostenitore di prim’ordine del gruppo di Seattle.

biffoni pearl jamNon è potuto mancare, quindi, ad una delle due date italiane del nuovo tour europeo dei Pearl Jam, allo Stadio Nereo Rocco di Trieste. “E’ la sesta volta per me – racconta il sindaco di Prato – e devo dire che questa è stata forse, assieme al concerto all’arena di Verona del 2006 interamente sotto la pioggia, la migliore che ho potuto vedere fino ad oggi”. Continua Biffoni: “I Pearl Jam sono un gruppo che si danno fino all’ultimo, tre ore di concerto tiratissimo, una scaletta impeccabile, che non ti fanno rimpiangere mai di aver speso non pochi soldi per il biglietto”.

Gli anni passano ma il gruppo di Eddie Vedder è sempre in splendida forma commenta il sindaco: “siamo cresciuti noi, non ci s’ha più l’età per pogare oggi. Sono un po’ invecchiati loro, ma non deludono mai dal vivo”. La canzone preferita nella scaletta triestina? “Il set finale: quando mi metti in fila ‘Better Man’, ‘Once’, ‘Alive’ e la cover di Neil Young ‘Rockin’ in the free world’, non vedo modo migliore per darsi la buonanotte”.

“Facciamolo anche da noi”. Trieste è una città che ha qualche migliaio in più di abitanti rispetto a Prato, che lo scorso fine settimana si è vista arrivare da tutta Italia e da fuori quasi 30mila persone: “mi è capitato di leggere sul Piccolo il sindaco di Trieste che facendo un veloce calcolo ammetteva che solo questo concerto avrebbe portato all’indotto cittadino la bellezza 5 milioni di euro – commenta Biffoni -. Per quanto mi sembra forse una cifra un po’ esagerata, è indubbio che la città ne abbia tratto un grande ricavo dal concerto dei Pearl Jam, anche solo fosse la metà della cifra indicata dal sindaco: basti pensare agli alberghi, ristoranti, locali, mezzi pubblici. Solo il gruppo con cui sono andato io eravamo in undici, la cui maggioranza è rimasto a dormire a Trieste per due notti”. Perché allora non farlo anche a Prato? “Come già detto in campagna elettorale e ribadito più volte è mio impegno realizzare un grande festival che faccia parlare della città a livello nazionale e non solo: che dia l’opportunità, come è stata per molti quella triestina, di venire in città, conoscerla, sostarci e, indubbiamente, portare dei soldi all’interno dell’economia pratese”.

Il sindaco Biffoni fa riferimento a festival come il Pistoia Blues, il Lucca Summer Festival, ma anche iniziative che nulla hanno a che fare prettamente all’ambito musicale: “pensiamo al festival della letteratura di Mantova o anche al bacino di utenza che ha il Lucca Comics”. E gli spazi? Prato, a differenza di Trieste non ha a disposizione un luogo che, ad esempio, possa raccogliere 30mila persone come lo stadio Nereo Rocco: “quello è il più grande scalino, ma non è detto che si debba iniziare con un evento di quella portata, si potrebbe procedere per step. Nel frattempo studiare nuovi spazi, organizzare e sistemare quello che già c’è, discuterne: queste sono grandi occasioni che fanno conoscere le città che organizzano ma, soprattutto, portano tanti soldi”. E chissà, allora, che nel prossimo tour di Eddie Vedder e soci non ci sia una data proprio a Prato. Sindaco e vice sindaco ne sarebbero senza ombra di dubbio molto contenti.