Blu a Prato - Foto d'archivio

La street art a Prato protagonista dell’ultimo consiglio comunale prima della pausa estiva. Le opere di Clet e di Blu a Prato sono state portate nella discussione di oggi grazie ad una mozione ed un interrogazione da parte del Movimento 5 Stelle pratese.

Le opere Blu a Prato. La consigliera Silvia La Vita ha chiesto, tramite mozione, all’amministrazione comunale di occuparsi del restauro delle opere di Blu, uno degli street artist più famosi al mondo, presenti sul territorio pratese, o che almeno si lavori al recupero di quella più celebre, “A very Long Story”, quella nel sottopasso di Prato Porta al Serraglio che porta a viale Galilei.
A rispondere l’assessore alla cultura Simone Mangani che si dice favorevole all’idea: “il comune si farà promotore dei lavori di restauro dell’opera al Serraglio valutando la modalità, prendendo contatti direttamente con l’artista, o magari concedendo il restauro a writers locali o addirittura ad un liceo artistico”. La mozione è stata votata quasi all’unanimità dal consiglio comunale.

La questione Clet. Il movimento 5 stelle ha chiesto all’amministrazione notizie riguardante la rimozione di qualche mese fa di alcuni cartelli stradali a cui un altro noto street artist aveva apposto i suoi adesivi, Clet Abraham – celebre in tutto il mondo per i suoi “cartelli stradali modificati”, ndr. – e se non fosse il caso di riportarli in città. A rispondere l’assessore alla mobilità Filippo Alessi: “I cartelli a cui sono stati affissi gli adesivi di Clet sono stati rimossi da Asm su indicazione della precedente amministrazione e dalla polizia municipale, in quanto, tali atti vanno contro il codice della strada, nello specifico l’articolo 18 comma 1, in cui si vieta di modificare, manomettere e spostare la segnaletica stradale”. Un azione illegale che viene quindi rimossa dalle autorità competenti, insomma. “L’amministrazione potrebbe chiedere a Clet – commenta poi Alessi – di fare una mostra, anche se magari si perderebbe il senso delle sue azioni artistiche provocatorie, non certo di continuare ad apporre modifiche alla segnaletica stradale o comunque fare deroghe specifiche esclusive per l’artista francesi, perché come già detto, vanno al di fuori del codice della strada”.

Una cosa analoga è successa qualche settimana fa vicino a Prato: “Calenzano, il primo comune che riconosce le mie opere” commentava Clet sulla sua pagina Facebook invitato all’inaugurazione di una rotonda. Poche ore dopo la risposta da parte della polizia municipale: “I cartelli modificati verranno rimossi, il codice della strada non ammette deroghe”.

In consiglio comunale si è discusso su un dibattito che divide il mondo dell’arte contemporanea e della street art: questa forma d’arte, protagonista sui muri delle città del mondo, è destinata a deteriorarsi – come anche molti stessi artisti ammettono, tra l’altro – e quindi è un’azione che conosce un inizio e una fine nel tempo, non eterna, quindi, come la Venere di Botticelli, o va tutelata con politiche di restauro e salvaguardia? Prato sembra che, nei limiti della legge, stia lavorando per la seconda ipotesi.

(Foto: Flickr, Ziguline)