Il Premier Renzi ha presentato la settimana scorsa le linee guida di “Sblocca Italia“, il decreto con cui il Governo intende portare a termine grandi opere rimaste incompiute in Italia. Per farlo, lo scorso 2 giugno il Governo chiese ai Comuni di segnalare le opere di propria competenza da terminare. Sono state 1976 le amministrazioni a rispondere.
Qualche tempo dopo, Legambiente pubblicava #SbloccaFuturo“: una mappa e un elenco di 101 opere incompiute, utili e giuste, cui dare la priorità sulle altre per trasformare l’Italia contemporanea in Italia moderna. Una selezione motivata con queste parole: opere “la cui mancata realizzazione pesa negativamente sulla salute dei cittadini, sulla loro libertà di movimento, sulla possibilità di migliorare la qualità della vita di intere comunità, sull’economia locale e nazionale” e rimaste incompiute per un sacco di motivi, a causa del patto di stabilità oppure semplicemente per inerzia dei Comuni, per guerre di competenze, per interventi della magistratura, contenziosi tra ditte e anche inadempienze da parte delle amministrazioni.
In questo elenco, pieno di situazioni drammatiche che vanno da L’Aquila a Vico Equense passando per Venezia, la Lombardia e la Sardegna, c’è anche Prato, intesa come città facente parte della Piana e che quindi viene compresa di diritto nel progetto del tram-treno al servizio di Firenze e della zona circostante.
Scrive Legambiente.
“Il progetto mostra una tipologia di trasporto originale per l’Italia, in corso di omologazione, ma ben presente nel resto d’Europa. La caratteristica principale è che il tram-treno può viaggiare sia su tracciati ferroviari che tranviari. Utilizzando i binari dedicati dei treni si riducono gli investimenti per la realizzazione dell’infrastruttura ma allo stesso tempo l’essere tram gli consente di garantire un servizio di collegamento nei centri urbani, dove è molto più alta la domanda di mobilità. Nel caso del tram treno della Piana si tratta di dotare l’area metropolitana di un sistema di mobilità collettivo, utilizzando in parte le infrastrutture ferroviarie esistenti. Il progetto prevede di cambiare la mobilità sulla direttrice Firenze-Prato-Pistoia“. Come dar torto a Legambiente?
Il progetto del tram-treno fa parte di un piccolo pacchetto di segnalazioni tutto toscano che comprende anche i trasporti su rotaia tra Grosseto e Siena, da potenziare, e quello tra Pontremoli e Parma. Un capitolo, questo, che ha un titolo emblematico: “Pontremolese, una ferrovia per collegare il Tirreno all’Europa”. Ma che non sembra essere molto importante per le amministrazioni del posto.
“Queste 101 opere mancate – si legge nel dossier – queste 101 storie incompiute ci raccontano di un’Italia migliore, più bella, più efficiente, più sicura, più moderna, che avremmo potuto avere e che per responsabilità diverse, dislocate su tutta la scala dei livelli istituzionali, in alcuni casi anche con il contributo del mondo imprenditoriale, ancora non abbiamo“.
Ecco il dossier completo.