Dissacrante e provocatorio, comico e parodistico, da poco premiato al Mia14 (Macchianera Internet Awards) come miglior sito d’Italia, Lercio – lo sporco che fa notizia è ormai un cult della rete italiana.  In poche parole, casomai qualcuno ancora non lo conoscesse, è un portale che pubblica solo notizie inventate di sana pianta (e che produce milioni di visite ogni settimana). È un sito di satira e visto che il panorama italiano è quel che è, finisce per essere una cosa molto più seria di quel che sembra ad una prima occhiata.

Lercio fa ridere a crepapelle chi ne capisce il gioco, a cavallo tra la parodia di certo giornalismo imperante e la denuncia satirica dell’insensatezza di personaggi e realtà italiane, e fa infuriare tutti gli altri, quelli cioè che credono ciecamente alle sue notizie senza rendersi conto, a leggere con attenzione, che contengono elementi tali che scambiarle per vere è praticamente impossibile. Per averne un saggio dal vivo, l’appuntamento è per sabato sera alle 22 al Camarillo di via San Fabiano a Prato, dove potremo assistere ad uno spettacolo ad hoc sulla scena pratese e non solo.

Perché Prato? Perchè Andrea Bonechi (26) in arte Chiorbaciov, uno degli autori della prima ora di Lercio, è nato e cresciuto a Prato. Ha fatto il Buzzi uscendone come chimico, professione che ancora svolge, e mentre continua a produrre perle su Lercio può vantare pure una lontana parentela con Padre Pio. Sicché è lui che ci racconta cos’è, come funziona e dove vuole andare Lercio, la realtà più acuta e divertente che potrete trovare in giro nella nostra lingua.

Cos’è Lercio? E chi lo ha inventato?
“Lercio è un sito di satira e raccoglie una trentina di persone sparse in tutta Italia, la maggior parte delle quali cresciuta artisticamente alla scuola di Luttazzi. L’inventore vero e proprio è Michele Incollu, sardo come sono sardi alcuni tra i massimi esponenti della satira italiana oggi (vedi Feudalesimo e Libertà), che a fine 2012 ha coinvolto nel progetto me e altri autori del blog umoristico Acido Lattico. Da quel momento è nato Lercio, e siamo diventati un cult senza che ce ne accorgessimo”.

Come nascono le notizie che pubblicate? Cioè, di sicuro dietro c’è un attento lavoro di selezione di tipo giornalistico.
“In effetti Lercio funziona come un giornale, ma io non pretendo d’essere certo un giornalista. Sono un autore di satira, e così credo si considerino anche gli altri. Comunque, a monte c’è tutto un lavoro di selezione di argomenti e di notizie che svolgiamo tramite un gruppo segreto su Facebook, di cui non rivelerò mai il nome.  La gente che ci segue si aspetta un articolo sul tema o sul personaggio del giorno e noi forniamo la nostra visione della cosa, alla nostra maniera. Che poi si tratta di un contenuto satirico-artistico, perché tutti gli articoli di Lercio hanno un contenuto e un’opinione vera, presentato con un titolo che non è altro che la parodia di certo giornalismo acchiappa-click. Dietro c’è un grande lavoro di squadra e di editing: solo il venti percento di articoli prodotti viene poi pubblicato”.


E il successo è clamoroso. Quanto c’è bisogno di satira in Italia?
“Io penso che la satira sia importantissima perché svolge una vera e propria funzione sociale e non è un caso che sia la rete a fornirla. La satira ha il potere di riportare con i piedi per terra chi vola troppo alto e quel che deforma lo deforma per portare un messaggio, per informare. Per  questo è legata in qualche modo al giornalismo. Esiste, cioè, una responsabilità di fondo in quello che facciamo che rimane sempre ben presente in tutti noi: nel trattare o meno un argomento, su come trattarlo e così via. La squadra dei revisori le cose te le dice in faccia, se hai scritto cioè una stronzata o meno, e questa è una delle cose più belle che ci sono”.

E quelli che giudicano vere le cose che scrivete?
“Io penso che se sei imbecille nella vita reale lo sarai anche in rete. Anche perché basta leggere con attenzione un articolo di Lercio per rendersi conto che contiene elementi e dettagli tali da farti capire immediatamente quello che è: satira pura e semplice. Comunque, non sono molte le notizie che sono state prese per vere e subito diventate virali. C’è quella che ci è valsa varie minacce di morte sul ragazzo rasato per cancro ma che invece era diventato un ultras della Lazio e quella della Kyenge (Kyenge shock: “Prendiamo cani e gatti degli italiani per sfamare gli immigrati) e poche altre. In queste occasioni però abbiamo ricevuto anche una lucidissima analisi del fenomeno. E’ un commento lasciato da un professore di Milano che dice “Lercio è la cartina di tornasole inutilmente sognata da Darwin: i commenti alle sue “notizie” permettono di riconoscere con grande facilità gli “homo sapiens” e gli “anelli di congiunzione”.

C’è un articolo di cui vai particolarmente fiero?
“Ce n’è uno legato ai disabili e al bollo per le carrozzine che secondo me racchiude tutto quello che può fare Lercio: fare satira, anche politica come in questo caso, e tirar fuori contemporaneamente un argomento poco trattato dai quotidiani ma non per questo meno importante come le condizioni di vita dei disabili”.

Che progetti ha Lercio per il futuro?
“La nostra è un’associazione senza scopo di lucro. Pensiamo che la satira non debba avere padroni e quindi non cerchiamo un capo che possa censurarci. Detto questo, tutto il poco che guadagniamo da incontri e spettacoli, viene reinvestito per il mantenimento del sito. Poi abbiamo altri progetti legati al merchandising ma è ancora presto per parlarne”.

Quando è nato il tuo amore per la satira?
“Mi sono innamorato della satira vedendo Benigni ’95-’96 e da lì non mi sono più fermato anche se è stato difficile trovarla. In televisione non esiste più e autori come Brignano non fanno satira o, almeno, c’è molto di meglio in giro, come per esempio gli autori americani avanti anni luce rispetto a noi. Diciamo che la comicità funziona come la musica: se ascolti i Pink Floyd poi non ti metterai di certo ad ascoltare Gigi D’Alessio”.

E Prato? Mai venuta l’idea di aprire una succursale tutta pratese?
“Avevamo in mente di provare ad aprire delle redazioni locali, ma il progetto non stava molto in piedi. La formula funziona se puoi giocare su scala nazionale, sul locale si complica tutto inevitabilmente. Comunque il toscano è comico e satirico di natura e sì, anche Prato avrebbe bisogno di un po’ di satira. Trovo interessante e molto divertente “Notizie di Prade”, discontinuo ma efficace nello sbattere in faccia ai tanti razzisti pratesi le loro origini meridionali”.

Che spettacolo vedremo a Prato?
“E’ uno dei primi spettacoli che facciamo come Lercio. Sul palco sarò insieme a Andrea Michelotto e Silvio Perfetti. Ci saranno delle diapositive, dei video e delle “ultim’ora” live.  Sull’Italia ma anche su Prato”.

Foto: Alessandro Coppini