Insieme a Jackson Pollock e Mark Rothko è stato uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo astratto americano. È Paul Jenkins, pittore geniale, considerato tra i maggiori protagonisti del Novecento. Alla sua opera è dedicata la mostra intitolata «The spectrum of the light» in programma dal 27 settembre al 30 novembre nelle rinnovate sale del Museo di Pittura Murale in San Domenico. L’iniziativa è promossa dalla galleria pratese Open Art che, già nel 2010, organizzò a Palazzo Pacchiani in via Mazzini una visitatissima retrospettiva dedicata all’autore.
La mostra, promossa in collaborazione con la Diocesi di Prato e i Musei Diocesani, intende svelare aspetti inconsueti della giovinezza dell’artista, scomparso nel 2012 all’età di 88 anni. Nelle sale di San Domenico ci saranno 64 opere su carta e tela che ripercorrono la carriera di Jenkins dagli anni Cinquanta ai Settanta. «Tutti quadri di grande valore provenienti dai musei e dalle gallerie più importanti del mondo come il Moma di New York», spiega Massimo Stefanini direttore di Open Art.

«Jenkins teneva molto all’anima delle sue opere – commenta il critico d’arte don Giuseppe Billi – nelle sue creazioni emerge una forza espressiva dal grande valore spirituale. Alcuni suoi disegni sono come una sindone, soffi di colore asciugati dove è possibile vedere l’oltre».
Così come avvenne per la precedente mostra del 2010, gli organizzatori prevedono un grande afflusso di visitatori. «Crediamo che Jenkins possa attirare turisti a Prato – aggiunge Stefanini – queste iniziative servono anche a dare ossigeno alla città, non soltanto di tipo culturale».

Con la retrospettiva di Jenkins, la prima dopo la morte, riaprono al pubblico gli ambienti del Museo di Pittura Murale, chiusi per ristrutturazione in seguito al trasferimento delle opere del Museo Civico, tornate lo scorso marzo a Palazzo Pretorio dopo 16 anni di permanenza in San Domenico.
«I lavori che stiamo per terminare sono il frutto di un progetto complessivo di restauro iniziato 10 anni fa – afferma Claudio Cerretelli, direttore dei Musei Diocesani – una parte del complesso di San Domenico ospiterà opere permanenti, come le sinopie di Paolo Uccello e le rarissime ceramiche trecentesche di uso domestico, mentre un’ampia parte deve trovare ancora destinazione. Nel frattempo è a disposizione, come in questo caso, per iniziative culturali e mostre di grande valore come quella di Paul Jenkins».

L’inaugurazione della mostra è in programma sabato 27 settembre alle 17. Sarà presente la moglie dell’artista Suzanne Donnelly. Nell’occasione sarà disponibile il catalogo, una vera e propria monografia dedicata a Jenkins, curato da Massimo Stefanini con testi di Beatrice Buscaroli.

Questi gli orari di apertura: Lunedì, mercoledì e giovedì 13-20, venerdì, sabato e domenica 14-21. Chiuso il martedì. Ingresso libero. La mostra ha il patrocinio del Comune di Prato.