L’opera di Blu restaurata? No. Sotto il ponte del Serraglio, lo scorso fine settimana è successo qualcosa di strano, di cui ancora se ne saprebbe poco o nulla. Sono riapparse sul muro, alcune delle figure che compongono l’opera “A very Long Story” dello street artist Blu.

Solo il 30 luglio, in occasione dell’ultimo consiglio comunale dell’anno scorso, l’assessorato alla cultura si era impegnato, su richiesta del movimento 5 stelle ad attivarsi in qualche modo per rimettere a posto l’opera, ormai deturpata dal tempo, lo smog e l’incuranza. Il Comune si era impegnato a contattare lo stesso artista per proporgli il restauro: a metà settembre la proposta viene respinta da Blu. D’alta parte è della cultura street art: le opere non si restaurano; nascono, vivono e muoiono col tempo. L’altra via ipotizzata dal comune era quella di concedere il lavoro di recupero ad altri writers, magari di Prato, o addirittura ad un liceo artistico.

Stamattina è arrivata in redazione la segnalazione: 5 immagini sono riapparse sul muro. Sono 5 immagini che riprendono l’opera originale. Sono state realizzate su carta e poi incollate sopra a quel che resta dell’opera di Blu. L’assessorato ancora non ha attivato nessuna azione di recupero nei confronti dell’opera.
Nessuno dei protagonisti della storia sa chi possa aver fatto questo gesto. Consultando alcuni writers locali e appassionati di street art, si tratterebbe di un’azione ad opera di qualche persona ignota, esperta in questo settore. Lo si capirebbe dalle forme e i tratti che, anche se non al livello di Blu, partirebbero da mano esperta.

Allora la domanda: perché? Vedendo la tipologia di azione, si può pensare subito alla provocazione, per riportare all’attenzione la questione. Una provocazione vuota, che non provoca molto se la si pensa in questa ottica. Momo, giovane writers pratese commenta così: “anche se tu fossi appassionato della street art e lo volessi fare per provocazione, sai benissimo che non puoi fare una cosa del genere. Sarebbe come bestemmiare in chiesa”.