“Il Capanno Blackout riaprirà il prossimo 20 dicembre, scusate il ritardo”. Forse questa è la notizia che molti stavano aspettando e che aveva generato diversi dubbi sulla possibilità di un’eventuale chiusura del rock club pratese nella corte di via Genova. A tutte le domande risponde Marco Mencacci, presidente dell’associazione Capanno Blackout: “è stata fatta una scelta di spostamento definitivo del fondo che ci ha ospitato anche la stagione scorsa, che inizialmente doveva essere una situazione provvisoria. Questo ha portato a dover affrontare dei lavori di messa a norma del locale – obbligatori per una situazione definitiva – e quindi burocrazia e alcuni ritardi. Per riuscire in questo e comunque restare nei tempi, dobbiamo anche ringraziare i vigili del fuoco e l’amministrazione con i quali ci siamo continuamente confrontati per fare un lavoro a regola d’arte”.

L’apertura. La festa sarà sabato prossimo, 20 dicembre col concerto degli Astrophonix e Bolo dj. Poi la programmazione andrà avanti come di consueto con i live rock il mercoledì e il sabato e un venerdì al mese proseguirà la rassegna elettronica curata da Luca Di Venere. “Sperimenteremo – commenta Marco Mencacci – nuove formule in questa sesta stagione del Capanno: abbiamo in mente un contest, qualcosa che guardi anche il teatro e il cinema. Voglio, assieme ai nuovi soci che sono entrati, che questo locale diventi un catalizzatore di idee per chi le vorrà proporre”. Presto sarà svelata l’intera programmazione.

Gruppi e locali dal vivo: come sta Prato? “Come gruppi Prato ha sempre avuto miriade di gruppi che iniziano a suonare senza però avere un progetto reale dietro, di crescita, che li porta molto spesso a perdersi. Dall’altra parte i locali: gestire un locale a Prato è faticoso, stiamo cercando di darci un po’ mano, quando facciamo le programmazioni le confrontiamo, specie col Controsenso, perché sennò diventa una guerra tra poveri. I locali, specie quelli che fanno ingresso libero come noi, fanno fatica tra costi, incassi, burocrazia e investimenti. Ci vorrebbero idee per investire, anche da parte dell’amministrazione, sui locali che fanno musica dal vivo in maniera capillare e omogenea, per poter fare alzare il livello del posto, il livello di proposta, per diventare anche più appetibili anche per le agenzie che spesso danno priorità a Firenze”.

Il Blackout Festival: a quando la nuova edizione? “Io ne inizierei a parlare anche domattina, i numeri che ha portato il Blackout Festival quando veniva organizzato in Galceti erano grandi, poi è iniziato a mancare il sostegno da parte degli enti e s’è ridimensionato e sgretolato tutto. L’ultima edizione abbiamo dovuto farla al Fabbricone e a pagamento: non poteva continuare così. La mia idea è questa: riportiamo il Blackout Festival in Galceti, facciamolo crescere, diamogli continuità, facciamo vedere alle agenzie che a Prato c’è una realtà forte, arriviamo al punto in cui Galceti non ci basterà più e poi spostiamolo alle Cascine di Tavola. Nel frattempo, lo dico anche un po’ a provocazione, facciamo un festival invernale, indoor al Fabbricone: c’è il “Metastasio Jazz”? Perché non fare il “Metastasio Rock”?

Tre nomi che piacerebbe portare a Prato: “Pearl Jam, o anche Eddie Vedder solista va bene lo stesso, i Metallica per la concezione di show che hanno ancora oggi a 60 anni suonati e un italiano: Caparezza sempre per lo show che crea ogni volta.