Da mercoledì 14 gennaio fino a domenica 1° febbraio(feriali ore 21, festivi ore 16, lunedì 19 e 26 riposo), al Teatro Fabbricone debutta in prima nazionale Dalle ceneri, uno spettacolo tratto da un testo di Tahar Ben Jelloun e portato in scena da Massimo Luconi con un compagnia di attori senegalesi.

Scrittore, poeta e saggista marocchino apprezzato per la sua scrittura polifonica e raffinata in cui mescola la tradizione araba scritta e orale con i moduli della narrativa moderna e postmoderna, con il poema in 600 versi Dalle ceneri, dedicato alle vittime della guerra del Golfo del 1990, Tahar Ben Jelloun lancia un atto d’accusa contro l’ottusa stupidità della guerra, contro la sua tragedia segnatamente intrisa di morte e di corpi insepolti che errano senza dimora, e individua la poesia come estremo baluardo e ultima speranza per il genere umano.

“… Una volta che si è stesa una coperta di sabbia e di cenere su migliaia di corpi anonimi, si coltiva l’oblio. È allora che la poesia si solleva. Per necessità. Diventa parola urgente nel disordine in cui la dignità dell’essere viene calpestata.”

Con il ritmo narrativo che slitta dal piano reale in una dimensione onirica e poetica, sulla scena l’immagine del corpo devastato di un soldato – cui da voce Ibrahima Diouf, giovanissimo talento senegalese – diventa l’emblema della precarietà di ogni azione umana: è lui, a dare parola ai tanti dispersi, sommersi dalla sabbia, dalla neve o dall’acqua, che vagano fra cielo e terra e che attraverso la poesia diventano la voce di tutti i morti abbandonati, di tutte le guerre, vicine a noi, lontane ed esotiche, arcaiche o ipertecnologiche, ma non certo diverse fra loro, nella loro scia di morte e distruzione.

Dopo Antigone, una storia africana che ha debuttato lo scorso anno e che nei prossimi mesi circuiterà in una tournèe italiana, Dalle ceneri coincide con la seconda tappa di lavoro di un lungo percorso di formazione e di spettacolo attivato da Massimo Luconi dal 2011 a St. Louis, nel nord del Senegal, per incentivare il mestiere dell’attore e fornire competenze organizzative e tecniche in campo teatrale. È da lì, da quel percorso, che proviene il protagonista dello spettacolo, Ibrahima Diouf, di appena 22 anni,( già Creonte nell’Antigone di Anouilh) e sulla scena lo affiancano quattro attori senegalesi non professionisti residenti in Toscana – Ndiawar Diagne, Marie Madaleine Mendy, Jean Guillaume Tekagne, Mamadou Seine.

“Ho sempre amato la scrittura di Tahar Ben Jelloun, poetica e visionaria e nello stesso tempo forte e sanguigna – afferma il regista Massimo Luconi – Nel 2002 avevo messo in scena La reclusion solitaire (Le pareti della solitudine) ed ora questo testo fortemente poetico è un approfondimento di quel lavoro di analogie e simbolismi, in un rapporto fra parola e visionarietà, fra poesia e sogno. Il tema dei morti delle guerre è estremamente attuale, misterioso e cruento ed è bellissima l’idea di dare parola ai fantasmi, ai dispersi. La scelta di lavorare con un gruppo di attori senegalesi è il proseguo di un lungo percorso di ricerca, realizzato nel corso di oltre tre anni di laboratorio e formazione. La sensibilità e la forte spiritualità dei senegalesi, il loro naturale misticismo e la capacità di essere direttamente in contatto con gli antenati, sono elementi che permettono una comunicazione poetica e onirica, delicata e forte, e possono dare corpo alle voci di tanti uomini che in nome del progresso e delle guerre giuste, sono ancora sospesi nel limbo, fra cielo e terra, e come dice Antigone, errano eternamente senza trovare riposo. Ma hanno diritto al riposo. O perlomeno hanno diritto alla poesia”.

Dalle ceneri è prodotto dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana con la collaborazione di Centro culturale francese di St. Louis (Senegal), Comunità senegalese di Prato e Associazione APPI.