ITI Tullio Buzzi

“La Buona Scuola del Governo Renzi è la peggiore involuzione della scuola italiana in tutta la sua storia”. E’ così che tutti i sindacati in coro hanno definito il testo del disegno di legge che prevede l’ammissione in ruolo di 100.071 docenti precari in tutta Italia, ma che ne taglia fuori, con poche speranze future, molti altri, 1300 solo a Prato (fra personale docente e Ata) – e che soprattutto trasforma il dirigente scolastico in una sorta di imperatore assoluto che fa e disfà senza appello. Così, come promesso, oggi… che sciopero sia! E Prato e provincia si sono svegliate con molte scuole dell’infanzia e primarie chiuse e tante medie e superiori a organico ridottissimo.

Al Dagomari per esempio sono entrati 2 professori su 50 e negli latri plessi – dal Copernico al Datini, passando per il Gramsci-Keynes e il Buzzi – la media delle presenza si attesta fra il 15 e il 20 percento. I dati ufficiali, però, sono attesi in tarda mattinata. Stessa percentuale per il personale Ata.

I motivi “per essere risentiti contro questo disegno di legge sono tanti”, spiegava ieri nel suo documento ufficiale di adesione allo sciopero Grazia Maria Tempesti, dirigente del Gramsci-Keynes (nonché suocera del sindaco renziano Matteo Biffoni). “In questa riforma non ci vedo altro, solo fumo sul numero delle assunzioni, sull’organico funzionale, su quante risorse si intende dedicare alla scuola. Credo sia necessario prima di tutto mettere in chiaro quelli che sono i reali bisogni della scuola. Il disegno di legge prevede per i dirigenti anche nuove assunzioni di responsabilità, ma non sappiamo quali saranno gli strumenti che ci verranno dati per gestire le attività didattiche. Come presidi chiediamo da tempo che ci venga pagata l’indennità di risultato, sono risorse già previste, ma che non vengono impiegate”. E poi boccia in toto la qualifica di dirigente menager. Sulla sua pagina facebook è quindi uscito questo post:

“Giorno 5 maggio, consiglio di classe straordinario. 750mila docenti si riuniranno per discutere sul caso dell’alunno Matteo. L’alunno mostra poca partecipazione alle diverse attività, poco sensibile ai richiami, conosce le norme che regolano la vita della comunità, ma non sempre le rispetta. Non ha ben sviluppato la capacità di ascolto: si distrae facilmente. Maggiori lacune si manifestano nello sviluppo delle competenze di lettura e comprensione di diversi testi scritti. Gli insegnanti, al fine di potenziare e facilitare lo sviluppo delle capacità apprenditive, presentano un programma/percorso di recupero individualizzato volto a guidare l’alunno alla conquista di capacità logiche, scientifiche ed operative, ed alla progressiva maturazione della coscienza di sé e del proprio rapporto con il mondo esterno”. E poi conclude con #Matteostaiserenocelapuoifare!