MERCOLEDI’ 10

Capanno BlackOut: Damiano Grazzini e Interno 17

Damiano Grazzini nasce nel 1992 (all’anagrafe, non da un punto di vista artistico) ma si decide a farci sentire qualcosa solo nel 2011, grazie alla spinta psicologica del sassofonista Paolo Gruni. Dopo un anno trovano anche Paolo Ciampi, chitarrista, e il trio riceve l’invito a registrare una demo acustica da Enzo Miceli, che sarebbe quello che ha scoperto Daniele Silvestri (per dire). Aggiungici Meti Nazari alla batteria e Stefano Bastianoni al basso e poi valli a vedere all’ultimo mercoledì di apertura del Capanno.

GIOVEDI’ 11

Ex Fabrica: Luminal

Hanno fatto sold out a Roma, hanno aperto per i Placebo all’Arena di Verona e ora i Luminal partono dal Dieci/Ottavi di Prato per iniziare il loro tour estivo: parlano di Totò Riina, Lele Mora, del fatto che la tua ragazza abbia facili costumi, sono cattivi, fastidiosi, un po’ sgradevoli, romani e molto, molto bravi.

VENERDI’ 12

Ex Fabrica: Goldstreet

Duo elettronico toscano che spazia dal glitch all’hip hop, fino alla techno e all’ambient. Boing boing boing.

No Cage: Eterea post bong band+Mosca nella palude+Valerio Orlandini+Djeco

Onestamente, io credevo che Djeco fosse un dj che si era scordato di staccare le parole, poi invece ho scoperto che c’entra Lorenzo dei Tanz. In ogni caso, pare che il genere sia a sorpresa. Poi: gli Eterea post bong band sono degli splendidi matti, vengono dal futuro, vanno in giro vestiti da disinfestatori, amano i numeri e suonano di tutto. Giuro, di tutto. E bene. I Mosca nella palude girano inguainati in tutte fluorescenti colorate o, in alternativa, in accappatoio (credo sia più comodo l’accappatoio quando fuori ci sono 46°), fanno alternative rock e un gran casino. Valerio Orlandini è specializzato in dark ambient e suoni inquietanti.

Circus: Mr. Blues+Zydeco

Lo zydeco è un genere musicale tipico di New Orleans, un misto fra blues e sonorità africane e gitane che, almeno almeno, ti obbliga a fare tap tap col piede. Gli Zydeco, quindi…prendono il nome da un album di Rory Gallagher, fanno cover hard rock e di Rory Gallagher. Chiaro? Bene. I Mr. Blues nascono nel 1975, sotto il segno del blues, ovviamente: diventano una delle band più richieste dalle piazze insieme ai Whisky Trail finchè, nel 1989, quella cosa brutta che si chiama disco music smontò un po’ tutto. Ora ci risono, il che è un bene.

Cycle: Zeus!+Ornaments+Amouth+Hate&Merda+Helka wu?

Gli Zeus! sono un duo, figlio della fusione di Luca Cavina (Calibro 35) al basso e Paolo Mongardi (Ronin) alla batteria, creano un microclima di violenza sonora controllata a metà fra il prog e il punk più ignorante; gli aretini Amouth portano il loro post HC, gli Hate&Merda la loro cattiveria da schiacciasassi, gli Helka Wu? il loro noise fuori di testa con un sacco di riccioli e un po’ di psichedelia più psicotica che altro.

Factory Club: Mars era+Dusty mirrors

Alternative rock, hard rock, stoner…e mojito a quattro euro per tutta la sera!

Il Chiringuito: Norge acustici

Il tributo agli spendisi, mitici e inarrivabili Led Zeppelin si esibisce in versione acustica: non solo per non irritare i vicini, ma perché sanno.

SABATO 13

Capanno BlackOut: Cyborgs

Questi due alieni del suono sono un misto fra il blues e Metropolis, si chiamano 0 e 1 come da codice binario e girano con una maschera da saldatore sulla faccia. Suonano chitarra, batteria, sintetizzatori, cosi per lavare i panni, le vostre dita, le loro maschere.  E’ la serata di chiusura del capanno, quindi sapete cosa significa: a dritto fino a esaurimento scorte e, se sopravvivrete, ci vediamo quando fa più fresco.

Exenzia: The first saturday party

All’Exenzia non avevano voglia di stare chiusi tutta l’estate, così hanno organizzato un giardino fuori dal locale e hanno deciso di andare avanti: ingresso libero, bevute a iosa e low cost, dj set a sorpresa e cucina aperta tutta la sera per riempire i vostri pancini disinteressati alla prova costume.

Officina Giovani: SpaccaMacelli

Evento conclusivo della stagione di Officina: si parte alle 16 con breakdance e altre cose che se le faccio io muoio, a seguire gli Oshinoko Bunker Orchestra, detti anche O.B.O. per gli amici, e la Way to fly tricking crew, che farà ancore cose che se le faccio io, muoio. Alle 18: 30 il microfono sarà aperto per tutti gli MC della zoo, sulle basi fornite dalla Santa Valvola Records e, in serata, il concerto dei Colle Der Fomento, hip hop di stile da Roma, punta di diamante del rap italiano, fondamentalmente fanno le buche in terra dal 1994.

LUNEDI’ 15

Ex Fabrica: Virtual Forest

Belli sbracati sul pratino per un po’ di elettronica e ambient. E drone. Non quello che vola.