Per la compagnia Tpo non è la prima volta al Théâtre National de Chaillot di Parigi: è la quarta. Debutterà il prossimo 5 novembre la favola ecologica “Pop-up Garden”, ricreando in miniatura i principi del “giardino planetario” del botanico Gilles Clément.

Al nomadismo vegetale risponde la libertà di movimento, in intimo rapporto con lo spazio: un approccio sensibile e poetico alla natura in piccola e grande scala. Tutti insieme si partecipa alla grande flusso delle stagioni e della vita: mentre le piante migrano liberamente da una zona all’altra, l’uomo si evolve in questo spazio povero, ma che si arricchisce ogni giorno di nuove piante.

Le piante si muovono, spinte dal vento o da altri fattori incidentali, il loro viaggio si stratifica, assomiglia al movimento aereo delle nuvole. Il racconto di questo viaggio non è lineare ma aleatorio, le piante non vanno da un punto all’altro ma migrano alla ricerca di nuovi incontri, se lasciate libere, creano un giardino in movimento. Il loro linguaggio richiama quello dei suoni, si espande nell’ambiente, si somma, s’intreccia, non è lineare è piuttosto una danza. Questo andamento suggerisce un altro principio di narrazione dove il racconto non ha un inizio ed una fine ma è un continuo flusso di eventi, una mescolanza che genera continuamente nuova vita.

Sulla scia di questo pensiero filosofico rivolto al mondo vegetale, la compagnia TPO, con la direzione artistica di Davide Venturini e Francesco Gandi, ha immaginato una trasposizione teatrale che usa le tecnologie interattive come strumento per rappresentare il flusso prodotto dal giardino in movimento. Il giardino planetario è immaginato come un ambiente sensibile al comportamento dell’uomo, uno spazio interattivo quindi, dove immagini e suoni si sovrappongono con una logica che richiama la volubilità degli eventi atmosferici. Il racconto, in forma di danza creata da Stefano Questorio e Valentina Consol, fluisce scandito da eventi naturali, il vento, il movimento delle nuvole, la pioggia, un incendio.

Il giardino qui rappresentato è uno spazio dinamico, creato con immagini proiettate sul pavimento, in modo da avvolgere lo spettatore in un ambiente immersivo, La scena si arricchisce di oggetti di carta, creati con la tecnica del pop up, in grado di evocare il movimento delle piante e la loro continua evoluzione. Le interazioni, prodotte dal sistema interattivo computerizzato, generano dinamiche che seguono il paradigma definito da Gilles Clement della “mescolanza” e cioè del continuo migrare da una situazione all’altra in un processo volontario e a volte involontario.