Il rapporto sull’imprenditoria straniera a Prato elaborato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Prato evidenzia un dato inconfutabile: si tratta perlopiù di imprenditori giovani che hanno messo in piedi attività che spaziano in quasi tutti i settori, mantenendo ben salde però le redini del manifatturiero, sia tessile che abbigliamento. Perché mentre i paesi europei e occidentali in genere si stanno concentrando sulla produzione di servizi, abbandonando la leadership delle merci – che quindi passa agli asiatici -, Prato, per le sue caratteristiche demografiche e multiculturali, si distingue nettamente dal resto d’Italia attestandosi appunto ad alti livelli di produzione manifatturiera.

tab_aziende_straniere_1I dati valutati sono quelli del Registro Imprese, giunto alla sua 16^esima edizione, il quale continua a raccontarci l’evoluzione di questo fenomeno unico in Italia. Le imprese a titolarità straniera sul territorio di Prato sfiorano il 30 percento del totale, attestandosi su 7.801 unità, un dato che segna un aumento del 4,3 percento (nel 2013 erano cresciute del 4,7) confermando una sostanziale stabilità con l’anno precedente. Di queste, 5.230 sono cinesi, 566 albanesi e 385 nigeriane. Proprio le imprese nigeriane registrano il tasso di crescita più importante: +12,9. Le aziende con titolari di origine italiana, invece, continuano a cessare l’attività con un’emorragia nel tessile che sembra non arrestarsi. Nel 2014 il 51 percento delle imprese che hanno avviato la loro attività a Prato avevano titolari di origine straniera: un fenomeno che rende il nostro territorio un caso unico in Italia.

I Settori.
Manifatturiero: resta il settore in cui le imprese straniere sono più presenti, raggiungendo il 51 percento delle imprese.
Commercio: ha un tasso del 27,7 percento
Costruzioni: nel settore edile le imprese straniere guadagnano un 28 percento.

tab_aziende_straniere_3I turn-over.
Dando uno sguardo al 2015 (dati aggiornati al 30 giugno) il fenomeno appare stabile, con una crescita del 3,5 percento. Il tasso di turn-over è sceso di 5 punti percentuali (dal 35,3% del 2013 al 30,2% del 2014), dando quindi un segnale di maggiore stabilizzazione di queste attività. Come evidenziato anche in altre parti del rapporto, alla diminuzione del numero di nuove imprese fa eco la diminuzione anche delle cessazioni, segnale evidente di un rallentamento del turn-over e quindi di una maggiore stabilità delle imprese che operano sul territorio.

Gli imprenditori.
Hanno mediamente 42 anni gli imprenditori stranieri che vivono sul nostro territorio. Tra questi i più giovani sono i nigeriani (il 66,5% ha meno di 40 anni) e i rumeni (il 57,8% ha meno di 40 anni), mentre invece solo il 42% dei cinesi ha meno di 40 anni. Molto presenti anche le imprenditrici: al 30 giugno 2015 erano il 37%. Per i cinesi le donne rappresentano il 45% dei titolari d’impresa, il 43% per i nigeriani. Per le altre etnie i numeri sono molto inferiori.

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