Nella Top 12

I Death Grips sono la band più interessante di questi anni, quindi possono pure continuare a pubblicare un video a settimana, saranno sempre e comunque nella top di Flowjob senza troppe discussioni, com’è anche in questo caso. Banks ci mostra un lato alternativo e aggressivo dell’R&B, subito prima del video che segna il ritorno dei Justice, proprio quelli quelli fissati con la croce e l’electro house. Factory Floor sposta il mood sulla grave wave, ma sempre rimanendo in campo electtronico, declinato poi come vapor house nel nuovo video di Jim-E Stack. La dance pop di M.I.A., sempre dal sapore mediorientale, ci porta a fare un giro fra le cave, mentre l’indietronic dei Metronomy scherza con la morte in persona. Gli Honeyblood suonano dell’ottimo garage, ma col loro nuovo video ci portano in una stalla, subito prima del nuovo pezzo indie di Beach Baby. Ecco poi la bomba della settimana per tutti gli amanti dello stoner, cioè l’anteprima del prossimo album dei Red Fang, seguiti dagli australiani Parkway Drive, ex paladini del metalcore, che tentano oggi un’operazione vintage, sempre in ambito metal. In chiusura della top 12, che comunque non è una classifica, ma un flusso, il convincente e pesantissimo beatdown dei Knocked Loose.

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Per chi non ne ha abbastanza

In questa sezione della platylist, volendo proseguire in ambito fortemente alternativo, attenzione ai video di Crowhurst, Ringworm, Valient Thorr e Gojira; se invece cercate le migliori uscite italiane troverete una selezione molto varia quanto interessante, che va dall’electro, al rap, fino all’alternative più spinto: scoprite quindi i nuovi video di Appaloosa, Marnero, Rkomi e LCB & SC9, che ci spiegano ‘Cosa Si Nasconde Dietro La Mia Pornografia’. In ambito indie occhi assolutamente puntati sul nuovo singolo dei Beach Slang, oltre che su quello di The Brotherhood Of Lizards; qualche interessante pezzo rock con Hinds e Ty Segall, fino alle sfumature folk di Skinny Lister. Melodie pop con Grouplove, Little Scream e New Volume, un po’ di elettronica con The Maghreban e poi lo strana storia dei So Much Light, che ci raccontano cosa succederà quando Justin Bieber si troverà alle porte dell’Inferno… Ma se proprio il mood imperante è la malinconia, ecco Anthony Green (il cantante dei Saosin), oppure la tipica solarità scandinava di Helgi Jonsson e i paesaggi acustici dei Talons.

Francesco Banci
con la collaborazione di Giuseppe Nicolais e Fabrizio De Guidi