settembre prato è spettacolo

Il festival Settembre Prato è spettacolo è stato posticipato al 2021 a seguito delle disposizioni anticontagio e della pandemia da Covid-19. In programma un’edizione limitata quest’estate.

Il Comune di Prato e Fonderia Cultart, organizzatori del festival Settembre Prato è spettacolo, comunicano che l’edizione 2020 annunciata il scorso Gennaio è rimandata al 2021 a causa delle condizioni dettate dall’emergenza sanitaria, le linee guida delle attività dello spettacolo che limitano a mille persone la platea degli spettatori e i posticipi dei tour dei maggiori artisti internazionali e nazionali.

I due concerti già comunicati prima dell’emergenza sono rinviati al 2021, e i biglietti già acquistati saranno validi per le nuove date: Wolfmother e Hardcore Superstar suoneranno il 26 Agosto 2021, Willie Peyote il 2 Settembre 2021. Gli artisti che la direzione del Festival non aveva ancora annunciato per il 2020 a causa dell’emergenza sanitaria lo saranno nelle prossime settimane con le date dell’edizione 2021.

Fonderia Cultart, insieme ai partner del festival, sta organizzando un calendario di iniziative che verranno realizzate nel corso di questa estate e che, anche se non potranno accogliere migliaia di spettatori, hanno lo scopo di mantenere viva l’attenzione sulla musica e lo spettacolo.

“Lavoreremo fin da subito – ha dichiarato l’assessore alla cultura del Comune di Prato Simone Mangani –  assieme a Fonderia Cultart, affinché l’edizione 2021 sia ancora migliore di quella del 2019. Spiace tantissimo dover rinviare di un anno, soprattutto per le tante, tante persone che lavorano per il festival e con il festival. Ma questo è solo un arrivederci”.

“Il nostro primo pensiero – ha detto Francesco Fantauzzi direttore del festival – va innanzitutto a tutti i collaboratori, le maestranze, i tecnici, i musicisti, gli addetti che, con il posticipo della manifestazione così come era concepita, si trovano senza questa opportunità di lavoro. Siamo inoltre dispiaciuti all’idea che Prato non potrà contare sull’indotto che il Festival avrebbe creato in città in continuità con le precedenti edizioni: ci mancheranno le 35 mila persone che avrebbero potuto animare le vie del centro storico, i pubblici esercizi, le strutture alberghiere o i musei. Infine, cosa ancora più importante, ci spiace non poter consentire agli spettatori, la bellezza di poter rivivere il clima di un live di piazza. La decisione è stata sofferta, al punto che abbiamo tentato fino all’ultimo di capire se avremmo potuto scegliere diversamente”.