La nuova mostra di Palazzo Pretorio si chiama “Hi Woman! La notizia del futuro” e prenderà il via il prossimo 11 dicembre con le opere di 22 artiste internazionali.
“Hi Woman! La notizia del futuro” è la trasformazione pop del saluto dell’angelo Gabriele a Maria proiettato nella contemporaneità – spiega il curatore Francesco Bonami – Non è una mancanza di rispetto, d’altronde lo stesso Gesù nel Vangelo non chiama sua madre mai Madre, Mamma o Maria ma “Donna”. Non c’è tema più noto nella storia dell’arte dell’Annunciazione. L’Angelo che dà notizia alla Vergine del futuro che arriverà attraverso Gesù. Al di là della connotazione religiosa del soggetto, il tema dell’annunciazione è intrinsecamente legato all’arte da sempre”.
Attraverso la pittura, la scultura, il video ed il suono le 22 artiste invaderanno il museo mettendosi in dialogo con le opere della collezione permanente, trovando a volte una sintonia a volte creando cortocircuiti potenti e carichi di
stimoli per il pubblico.
“Annunciazione è una parola che contiene molteplici significati che toccano la realtà della nostra socialità e comunicazione e al tempo stesso rimandano ad una delle pietre angolari della cultura occidentale – si legge nella nota – Le artiste in mostra ci annunciano messaggi diversi, misteri lontani e realtà vicine, ognuna con un lavoro potente e significativo capace di sostenere il confronto ed il dialogo con i maestri dell’antichità. L’opera d’arte è l’angelo e lo spettatore la Madonna, pronto ad abbandonarsi allo sconcerto, alla meraviglia e alla paura della notizia che riceverà. L’opera d’arte porta con sé sempre una notizia, un messaggio”.
«Vogliamo continuare ad offrire ai nostri visitatori un’occasione di riflessione e nuovi spunti di lettura del nostro patrimonio», ha detto l’assessore alla cultura Simone Mangani. «Con questa mostra ancora una volta il Museo di Palazzo Pretorio si interroga sul tema del dialogo tra i molti contemporanei possibili, tra passato e presente», ha aggiunto Rita Iacopino, direttrice del Museo di Palazzo Pretorio.
Le artiste in mostra
Huma Bhabha, Irma Blank, Koo Donghee, Marlene Dumas, Isa Genzken, Jessie Homer French, Roni Horn, Jutta Koether, Andrew LaMar Hopkins, Maria Lassnig, Babette Mangolte, Lucy McKenzie, Aleksandra Mir, Susan Philipsz, Paola Pivi, Maja Ruznic, Jenny Saville, Fiona Tan, Genesis Tramaine, Andra Ursuta, Marianne Vitale, Lynette Yiadom-Boakye
Hi Woman! La notizia del futuro. 11 dicembre 2021 – 27 febbraio 2022
Orario dalle 10.30 alle 18.30 tutti i giorni eccetto il martedì non festivo
Info e prenotazioni tel. +39 0574 1837859 tutti i giorni 9:30-18:30
La mostra è promossa dal Comune di Prato e da Palazzo Pretorio.
La presentazione di Francesco Bonami
Che uno creda o non creda poco importa. L’annunciazione a Maria dell’angelo Gabriele della sua gravidanza rimane, reale o meno che sia, un’immagine cardine dell’iconografia di una buona parte del genere umano. Maria si trova depositaria del futuro del mondo. La Vergine si assume la responsabilità di dare alla luce il redentore Gesù senza però potere condividere il piacere di questa responsabilità. Si potrebbe dire che la sua verginità misteriosa è anche frutto di sospetto da parte di chi la circonda e quindi per lei fonte di senso di colpa. Una condizione che la donna ha sopportato per un’infinità di tempo. Creatrice assoluta senza mai poter avere il credito di questa sua immensa creatività.
Volendo essere un po’ blasfemi è come se la madre di Maradona non fosse mai potuta andare allo stadio o non avesse mai potuto vedere una partita del figlio alla televisione.
Gabriele, l’angelo, arriva e non le dà scelta. Una mancanza di scelta che poi nella storia della società umana diventa una condanna ed una tragedia. Tragedia che dall’Arabia Saudita all’Afghanistan continuiamo ad osservare impotenti ed inadempienti.
Hi Woman! il saluto aggressivo che Gabriele rivolge alla Madonna è il titolo della mostra organizzata a Palazzo Pretorio, museo che custodisce meravigliose annunciazioni.
Questa mostra si guarda bene dal voler essere una mostra sulla donna, sul femminismo o politicamente corretta. È semplicemente una mostra con 22 artiste che anagraficamente sono nate donne. Condividono quindi soltanto un destino.
Le loro vedute sono tutte di natura diversa, la loro arte tutta coniugata in modi diversi e non necessariamente femminili. Essere artista è esattamente la condizione opposta a quella della Madonna. È una scelta, non un’imposizione. Non arriva un angelo che senza convenevoli dice “Hey tu, da domani sarai un artista“.
L’essere artista è a differenza della maternità una condizione che non ha nulla a che fare con la biologia o il destino. Gli artisti tutti, di qualsiasi orientamento sessuale siano, vorrebbero essere capaci di dare alla luce il loro redentore, ossia l’opera d’arte che può cambiare il mondo.
È quello che provano a fare le artiste in mostra. Le loro opere sono tentativi, embrioni, che fanno parte di un processo di trasformazione che accompagna l’artista tutta la vita. La vita di un artista, non importa quanto lunga sia, è una gravidanza infinita.
A Palazzo Pretorio non ho voluto cercare un dialogo, inevitabilmente impari da una parte e dell’altra, con le opere del museo. Ho provato a costruire, pur sapendo che è una contraddizione in termini, la casualità di un incontro. Opere che s’incontrano casualmente e scoprono sempre casualmente di avere qualcosa in comune. Non tanto dal punto di visto estetico o di contenuti ma di sensibilità. Incontri che non necessariamente si trasformano in relazioni.
Le opere del museo sono gli abitanti di un villaggio, radicati nei loro contesti e nelle loro abitudini. Le opere della mostra sono viandanti che arrivano e ripartono. Ma in questo arrivo, in questo soggiorno e in questa loro ripartenza trovano l’occasione di aggiungere qualcosa al villaggio e portarsi via qualcosa per il viaggio che continueranno a fare. L’arte è questo continuo scambio. L’arte antica che anela di essere liberata dalla storia e l’arte contemporanea costantemente alla ricerca di una dimora fissa e di una sua storia.
Hi Woman è il saluto di chi arriva e di chi accoglie. Nel saluto c’è l’energia della scoperta e il germe della delusione, il timore di non trovare quello che uno cerca e il timore del dover ripartire. Che poi è il costante copione di ogni vita.
La mostra, una piccola mostra, è stata pensata come un esercizio di ricerca di un’intimità perduta, quella stessa intimità che Gabriele toglie a Maria per sempre scaraventandola al centro del mondo in cambio di nulla. Nel saluto dell’Angelo c’è tutta la storia umana. L’uomo che impone la sua decisione senza possibilità di contraddittorio e la donna che viene beatificata con il dono della creazione ma privata della sua libertà di scelta.
Le opere d’arte in mostra dimostrano che però libertà e creazione possono convivere assieme alla libertà di scegliere il modo e le modalità di come esprimersi al mondo. Attraverso il corpo, il gioco, la famiglia, la morte, il canto, la danza, la felicità e purtroppo anche il dolore.