Lanificio Balli, sala Nervi

Il 20 gennaio il Comune di Prato ha presentato in Regione il progetto di turismo industriale “Tipo” (Turismo Industriale Prato), del quale negli ultimi mesi abbiamo seguito la prima programmazione. Il progetto venne lanciato nell’autunno 2021 con un serie di concerti e spettacoli teatrali ospitato ognuno in una fabbrica diversa.

Dopo questa fase di sperimentazione, “Tipo” nel 2022 “vuole riproporsi più strutturato, con un programma di laboratori creativi per grandi e piccini, spettacoli ed appuntamenti già in calendario fino a maggio e che poi riprenderà dopo l’estate”, si legge nella nota inviata dalla Regione. “Una nuova frontiera – si legge ancora – qualcosa sicuramente di nuovo nell’offerta regionale, per attrarre turismo nazionale e internazionale. Un’esperienza di visita esclusiva in luoghi industriali suggestivi e ricchi di fascino. Un progetto “immersivo ed esperenziale” che arrichisce l’offerta turistica dell’area pratese caratterizzata fino ad oggi, oltre che dai percorsi tra chiese, musei e ville medicee, dall’arte contemporanea (con il Centro Pecci), da cammini naturalistici (dalla Via della lana e della seta alla Via medicea), dall’enogastronomia (i vini Doc e Docg di Carmignano e prodotti Slowfood come la mortadella di Prato, i fichi secchi di Carmignano o le “pesche” di Prato o i cantucci con la mandorla).

“Non è la prima volta che il territorio laniero per eccellenza della Toscana si adopera nel portare i turisti in fabbrica – scrive ancora la Regione – fu già fatto circa venti anni fa, ma la proposta si limitava allora alla promozione dello shopping negli empori aziendali. Stavolta invece è stato confezionato un prodotto turistico molto articolato: le manifatture, storiche e d’avanguardia, diventano teatro, ospitano eventi e provano a raccontare storie ed emozioni, prendendo per mano il turista e portandolo ad esplorare il più grande distretto tessile d’Europa. Un viaggio per appassionati di architettura industriale, architettura, moda e design in un polo fortemente innovativo, cresciuto sul recupero delle materie prime e dove l’arte del riciclo – con il cardato, lavorando ‘cenci’ di lana provenienti da tutto il mondo – parte da lontano, dal Medioevo”.



Entusiasti il presidente della Regione Eugenio Giani – «Un’idea molto originale, per un itinerario diverso non solo di archeologia industriale ma che racconta una realtà economica tuttora viva» – e l’assessore all’economia e al turismo Marras, «I viaggi di affari si sono trasformati: oltre ad un evento commerciale hanno bisogno di esperienze. E qui l’idea geniale è stata trasformare quell’esperienza in fabbrica in qualcosa di popolare. Ma c’è di più: perché aprire le porte delle manifatture e socializzare ciò che si è è un manifesto di splendore e trasparenza».

«Si tratta di un progetto che parla di noi: siamo noi, ci rappresenta con la nostra cultura – ha spiegato il sindaco di Prato Matteo Biffoni in conferenza stampa – E quando poi il turista arriva in città può esplorare molto altro: Filippo Lippi, Palazzo Pretorio, l’arte contemporanea del Pecci». «È l’invito a visitare l’altra Toscana, quella al di fuori dei soliti itinerari turistici e culturali – ha spiegato la consigliera regionale Ilaria Bugetti – Ed è grazie al lavoro di ricerca e di riordino fatto in questi anni da tante persone che il progetto oggi può prendere vita e crescere, con tanti altri luoghi in futuro da scoprire». «Un’idea per un fine settimana pratese diverso, anche per famiglie», ha ricordato infine l’assessore al turismo di Prato Gabriele Bosi.

Il programma fino a marzo

Il 29 gennaio il palcoscenico sarà così quello dell’azienda Picchi, con uno spettacolo del musicista, comico e blogger Elianto.
Il 30 gennaio toccherà al lanificio Lucchesi, con laboratori per famiglie.
Il 26 febbraio l’azienda Ricceri ospiterà il giornalista Federico Rampini e il suo spettacolo “Moriremo cinesi?”, tema doppiamente di attualità in un distretto connotato da una forte presenza di aziende e immigrati provenienti dal grande paese asiatico.
Il 27 febbraio occhi puntati sulla rigenerazione urbana e sulle trasformazioni subite da grandi edifici industriali del passato diventati ‘altro’: dal polo Campolmi, che in pieno centro della città ospita oggi il Museo del tessuto e la biblioteca Lazzerini, all’ex lanificio Bini nella corte di via Genova, oggi effervescente realtà artisica e sociale, fino alla ex Anonima Calamai, tra i più grandi complessi industriali cittadini, e il Macrolotto Zero.
Il 26 marzo alla Cartaia di Vaiano, dove si esibirà il musicista Fabio Celenza,
Il 27 marzo alle origini della grande industria tessile pratese, dal Museo delle macchine tessile di Vernio all’ex lanificio Romei di Cerbaia e il villaggio fabbrica Forti de La Briglia.

Il progetto è promosso da Comune di Prato, Fondazione Museo del Tessuto, Fondazione Cdse Centro di Documentazione Storico Etnografica e dai Comuni di Cantagallo, Carmignano, Poggio a Caiano, Montemurlo, Vaiano e Vernio in collaborazione con Acte (Associazione Comunità Tessili Europee), Visit Tuscany e Prato Turismo. La direzione artistica degli spettacoli è a cura di Fonderia Cultart.