Il percorso partecipativo sulla riqualificazione dell’area del Fabbricone si è concluso con la presentazione dei dati raccolti con il questionario diffuso nei mesi scorsi e delle indicazioni registrate durante i laborati. Sono state 143 le persone che hanno risposto al questionario online, 80 quelli presi in esame perché completi o parzialmente completi.

“Non si tratta di un campione rappresentativo – hanno detto gli esperti di Simiurg Ricerche – ma si tratta comunque di un campione valido e quindi da tenere in considerazione”.

La maggior parte di coloro che ha risposto al questionario, volto a comprendere la percezione della zona da parte dei pratesi e a esprimere le proprie preferenze sulle caratteristiche delle funzioni che dovranno sorgere nel parco, sono state donne e per il 65% frequentatori abituali della zona.

Sono stati individuati alcuni aspetti positivi dell’area. Facilità di parcheggio e la posizione strategica, la zona è cioè raggiungibile abbastanza facilmente ed è vicina sia al centro storico, e al treno, che al parco fluviale lungo il Bisenzio. Infatti, la vicinanza alle aree verdi appena fuori del centro storico è stato uno degli altri elementi positivi individuati dai partecipanti al questionario. Un altro aspetto positivo individuato è stata la presenza di un tessuto commerciale ben avviato (coop e altri supermercati, bar e negozi). Infine sono stati individuati altri due aspetti positivi positivi dell’area del fabbricone. Il valore storico e simbolico, con la presenza del Fabbricone stesso realizzato all’interno di uno storico complesso industriale e del vicino tempio buddista; e la potenzialità dell’area, intesa come zona con grandi spazi e capannoni da ripensare interamente.

Gli aspetti negativi invece sono il degrado di strade ed edifici, il traffico, la cementificazione e la percezione che la zona sia staccata, non solo visivamente, da quello che la circonda.

Questi sono invece gli aspetti cui si dovrebbe dare priorità nel progetto di riqualificazione della zona, che prevede non solo la riqualificazione dei due teatri ma anche la creazione di un parco cerniera tra fabbricone e piazza del Mercato Nuovo.

Così invece è stato risposto alla domanda su quali funzioni dovrebbe assolvere il nuovo parco. Come dargli torto?

A queste tematiche, i laboratori partecipativi tenutesi nei mesi di ottobre e dicembre avevano evidenziato altri temi da tenere a mente per il progetto di riqualificazione: l’importanza del Gorone nel contesto industriale e simbolico del progetto, la viabilità da ripensare intorno all’area, la gentrificazione, fenomeno da evitare a tutti i costi, e la vivacità cromatica che dovrebbe caratterizzare l’esterno dei due teatri una volta terminato il progetto.

«Dal percorso partecipativo viene fuori un’immagine precisa del progetto – ha detto nel finale l’architetto Silvestri del COmune – un nuovo elemento d’accesso al centro storico. Nel 2024 faremo la progettazione e poi i bandi e le gare, poi ci vorranno degli anni portare a termine i lavori: ci vorrà fino alla fine del 2029».

«Diventerà un nuovo spazio pubblico a tutti gli effetti – ha ribadito il presidente del Met Massimo Bressan – il parco cambierà la percezione stessa di chi abita lungo viale Galilei. Dal canto nostro, sarà invece vitale continuare a programmare le nostre attività anche quando il Fabbricone sarà un cantiere».