Godenzio torna a  Prato,  torna a casa. Per il bene di tutti ma soprattutto per il tuo. I fiorentini non ti vogliono e non ti capiscono: per questo sei diventato un caso da campagna elettorale e una polemica senza fine. E questi sono anche i motivi per cui qui a Prato abbiamo gioito in molti vedendoti imbrattare le piazze imbellettate del capoluogo, culla dell’arte e della cultura. Anzi,  se proprio vuoi saperlo abbiamo addirittura riso di gusto vedendo sul giornale il tuo sederone accovacciato sull’aiuola curatissima della stazione e leggendo di seguito lo scalpore e l’indignazione di politici e compagnia bella. Abbiamo riso proprio come succede quando qualcosa dà fastidio ai nostri cugini più famosi. Queste cose comunque, inutile dirtelo,  non si fanno. Sicchè ora basta Godenzio, torna a casa tua. Torna a Prato.

Anche perché c’è una cosa che vogliamo dirti, casomai  un giorno tu comprendessi anche solo metà delle cose che ti stiamo per dire, cosa che non potrai mai fare, lo sappiamo bene. Vogliamo dirti che ti vogliamo bene e che ci manchi. Ci manchi proprio come tanti tuoi compagni che dal dopoguerra ad oggi hanno popolato e popolano le vie di Prato. Quelli che la sera, di fronte ad una birra, magari s’infilano nei ricordi della tua vita di ragazzo e da sbandati in bicicletta diventano personaggi immortali. Giganti d’innocenza divenuti talmente familiari da sentirli proprio come te Godenzio, figure la cui assenza trasforma quello che ti circonda in qualcosa di meno vero, di meno reale.

Tu sei uno di loro Godenzio, anche se parli una lingua tutta tua e hai l’aspetto da orientale, che a Prato non è proprio il modo migliore per presentarsi di questi tempi. Comunque i pratesi, che s’adattano a qualsiasi cosa, hanno imparato ad amarti. Magari ci è voluto un po’ di tempo, ma è successo. E quando succede una volta non finisce più. E ora, dopo una settimana di risate,  il solo pensiero che tu ci possa aver lasciato per Firenze, in fondo in fondo ci procura un certo fastidio. Sicché ritorna a Prato Godenzio, non fare il bischero.

Noi ti vogliamo a Prato. Dove stai bene e dove nessuno ti dà fastidio, dove tutti i giorni trovi chi ti regala la tua bottiglia di succo di frutta o di aranciata. Dove magari qualcuno ti porge anche una sigaretta a metà, evitandoti di raccoglierne decine che poi ti porti dietro. A Prato, Godenzio, non ti son mai mancate le fontane per fare le tue abluzioni mattutine e nemmeno carte e cartacce per accendere i tuoi fuocherelli di bambino.

Soprattutto, non ti è mai mancato un sorriso a Prato. In mezzo alle occhiatacce del caso, è chiaro, ma un sorriso a Prato lo hai sempre trovato e sempre lo troverai. E’ casa tua in fondo, è il luogo dove alcuni tuoi concittadini ti hanno dedicato la fanpage “Gli avvistamenti di Godenzio”. Una pagina goliardica come solo a Prato sanno crearne, una pagina che ti nomina “Re indiscusso di Prato”. E questo sei, Godenzio.

Sicché lasciali stare i fiorentini, lasciali alle loro polemiche e a chi sguazza in queste vicende, che le gite fuori porta possono finire in un temporale. Te lo diciamo noi che riusciamo a vederlo, dai retta. E non conta che non ti sei accorto di nulla e a chi è venuto lì col grugno a tirarti via dall’aiuola e ti ha mostrato la denuncia e il foglio di via, tu abbia risposto con il tuo gesto solito, uno dei pochi con cui comunichi col resto del mondo: “ce l’hai da fumare?”. I fiorentini, bontà loro, t’hanno di sicuro risposto male. Mica capiscono loro, mica sanno vedere oltre la tua faccia sporca e le tue braghe larghe sopra le ciabatte. Non la vedono tutta questa umanità nel farla nell’aiuola invece che per strada.

Sicché torna a Prato Godenzio, torna a casa.