E vabbè bimbi, vi devo dire la verità, che se no non mi par giusto. Il presente articolo non è come tutti gli altri “i 5 migliori” che lo hanno preceduto. Per un semplice motivo: la stagione 2013/14 del Teatro Metastasio – Stabile della Toscana non incontra particolarmente il mio gusto. Non voglio dire con questo che non sia di qualità, lungi da me, né che non vi si possano trovare spettacoli da consigliare, e del resto ho già detto diverse volte che -per evidente conflitto di interessi- io NON posso esprimere giudizi di merito. Volevo solo avvertire che i 5 consigli di questa settimana sono dettati da altri parametri rispetto ai soliti. E infatti, dopo una breve scheda riassuntiva dello spettacolo, troverete la dicitura (Very Lonely Planet!) “Perchè andarlo a vedere”. Ovviamente, secondo me. Ecco, almeno ci siamo chiariti. Si alzi il sipario sul cartellone del Teatro Metastasio.

Teatro Metastasio / Paolo Magelli – GIOCHI DI FAMIGLIA – fino al 24 novembre – Teatro Fabbricone.

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COS’E’: Giochi di famiglia è un testo di una giovane autrice serba, Biljana Srbljanovic (pronunciatelo se potete!), che parla di bambini. Quattro bambini. Che giocano a fare gli adulti. E, come si può facilmente immaginare, sono terribili da vedere. Con la ferocia tipica dell’Est Europa, lo spettacolo si avvita in una spirale di cattiveria e atrocità, rendendo questi bambini (che occasionalmente saltano anche nel tempo, e diventano vecchi, poi tornano bambini, o cambiano sesso) dei veri e propri mostri.

PERCHE’ ANDARLO A VEDERE: La maggior parte di voi già lo sa, è sicuro, ma ormai avrete capito che mi piace immaginare di parlare con novizi assoluti del mondo teatrale italiano, dunque lo scrivo: Paolo Magelli è, o Pratesi, in questo momento storico, il VOSTRO regista. Nel senso: egli è il regista stabile del vostro teatro stabile, quello stesso luogo per cui siete famosi in tutta Italia (ovviamente in campo teatrale… “Prato? Ah, si la città dei cinesi! E del Metastasio! E del Fabbricone!”). Dunque, sarebbe vostro dovere, diremmo quasi, conoscere il suo operato. Non trovate? E dunque, eccolo in scena, il buon Magelli,  con uno dei suoi prodotti più longevi… e, se non bastasse, in scena ci sono gli attori della Compagnia Stabile, da Magelli stesso fortemente voluta e ottenuta. Ecco il vostro perchè: andate a vedere Giochi di famiglia (e sbrigatevi che sta per sbaraccare… i ragazzi del Met mi scuseranno il ritardo della segnalazione).

Teatro Metastasio / Matteo Cecchini – FRA FILIPPO LIPPI PITTORE – 6 dicembre – Teatro Metastasio.

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COS’E’: Ovviamente progetto collegato alla mostra di Palazzo Pretorio “Da Donatello a Lippi”, lo spettacolo prende spunto da un racconto di Roberto Piumini sulla vita (amorosa, più che altro) del pittore Lippi in persona, anche se le notizie biografiche su questo personaggio sono poche e contraddittorie. Così Cecchini su Lippi nelle note di regia:  “Uomo che lotta sul limite, ben cosciente che superandolo potrebbe perder tutto… ‘persino la vita’. Paura celata che lo tiene stabilmente legato a quel potere che è sua protezione e suo giogo. Poi l’amore, o forse una maggior consapevolezza della propria dignità di uomo libero, lo porterà a sfidare la propria vigliaccheria. Questo smarrimento davanti a Dio, davanti allo Stato e davanti alla propria natura, sono gli stessi dell’uomo moderno.”.

PERCHE’ ANDARLO A VEDERE: Perchè andare a vedere questo spettacolo di cui né io, né nessun altro fino a questo momento a parte i diretti interessati, so nulla di nulla? Molto semplice: perchè è giusto. Matteo Cecchini, veramente giovanerrimo, è alla sua prima regia a tutti gli effetti commissionatagli dal Metastasio, teatro dove ha fatto scuola per anni e anni. E se loro gli accordano la fiducia, che facciamo, non gliela vogliamo dare noi? Ma non ci pensiamo neanche. No? Il 6 dicembre, tutti al Metastasio.

Pippo Delbono – ORCHIDEE – 28/30 marzo – Teatro Fabbricone. 

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COS’E’: Eh, e chi lo sa, cos’è. Ogni nuova creazione di Delbono potrebbe essere qualsiasi cosa. In questo caso, per dirla con le note di regia, “In “Orchidee” Pippo Delbono viaggia nelle diverse dimensioni dello spazio teatrale, trascina nella sua danza imprevedibile i fantasmi del cinema, guida i suoi attori attraverso gli specchi. Omaggi alle immagini. Nel suo nuovo spettacolo, Delbono mette in scena il falso di fronte al vero, oppone i codici della finzione cinematografica all’arte dello spettacolo dal vivo, alla verità dell’azione teatrale in scena.”.

PERCHE’ ANDARLO A VEDERE: Pippone, in Francia, ce lo invidiano da decenni. Sul serio: è una vera superstar, oltremanica. Qui in Italia, invece, ha ancora lo status di regista cult (sempre più consacrato, figuriamoci, ma da qui a Lavia troppo ancora ci manca…) per pochi amanti del teatro di ricerca… anche se le sempre più frequenti incursioni nel mondo del cinema gli stanno rendendo una certa popolarità anche tra i non espertissimi. Per rispondere alla domanda iniziale, in ogni caso, se non avete mai visto un lavoro di Delbono, ora che ce l’avete sotto casa dovreste provare. Lo amerete o lo odierete, ma senza dubbio non rimarrete indifferenti. Ah, perchè poi non facciate i borghesoni dopo, una cosa ve la devo dire: la compagnia di Delbono è quasi interamente composta da disabili di vario genere (tra cui spicca il compagno di una vita Bobò, attore, performer, grande appassionato di calcio e golosissimo di pane. Microcefalo.).

Roberto Latini – UBU ROI – 5/6 aprile – Teatro Fabbricone.

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COS’E’: Ubu Roi, o in italiano “Ubu Re”, è il testo più famoso di un rivoluzionario poeta del 1800 di nome Alfred Jarry. Pensate che il nostro eroe teneva alcuni gufi come animali da compagnia e amava bere un cocktail di assenzio e inchiostro prima di coricarsi. O almeno così si dice. In ogni modo, questa aneddotica a cazzo di cane dovrebbe darvi la cifra del livello di pazzia che può sprigionarsi da questo testo. Padre Ubu è un autoritario brontolone, che finisce per non fidarsi più di nessuno e comincia a far uccidere tutti i suoi sottoposti… la discesa agli inferi di un tragicomico personaggio preda della sua stessa sete di potere.

PERCHE’ ANDARLO A VEDERE: Roberto Latini è, con ogni probabilità, il regista “giovane” (Roberto mi scuserà il virgolettato, ma a 43 anni si pòle esse’ giovani altro che in Italia!) più quotato del momento. Consacrato al “giro che conta” (quello degli Stabili… pensate che solo un mese fa l’ Ubu Roi è rimasto per una settimana in scena al Piccolo di Milano!), proprio con questo spettacolo, Latini impone una lettura molto personale al grande classico di Jarry. Cast giovane e agguerrito, scene e costumi di sicuro impatto sull’occhio.

I Sacchi di Sabbia – SANDOKAN – 23 novembre – Teatro Metastasio per la stagione Metastasio Ragazzi.

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COS’E’: …c’è veramente bisogno che io scriva qui la storia di Sandokan? Spero di no.

PERCHE’ ANDARLO A VEDERE: Avreste mai pensato a un classico della letteratura per ragazzi raccontato solo con le verdure? Ma neanche l’Arcimboldi, probabilmente, sarebbe mai arrivato a tanto. Ecco, i Sacchi di Sabbia, pisani, sperimentali nel vero senso della parola (hanno sempre fatto di tutto e non si sono mai adagiati sui loro stessi allori, e sì che avrebbero potuto eh!), lo faranno davanti ai vostri occhi. Una cucina, moltissimi vegetali, coltelli, cucchiai, stecchini… e via, a solcare i mari con i Tigrotti di Mompracem. Impossibile? Provatelo! Per una domenica pomeriggio divertente e intelligente.

Il blog di Riccardo Goretti