Torino 2013 - Foto Amnesty International

La stava seguendo, nascondendosi come poteva, per le strade della città. Quando lei lo ha notato, era acquattato dietro un cassonetto dell’immondizia, vicino a un supermercato. Alla donna, ormai assillata da quell’ex compagno – 51 anni, pratese – che da tempo la molesta, non è rimasto che chiamare il 113. Lo stalker, però, sulla cui testa già pende una denuncia per atti persecutori, non si è arreso nemmeno all’arrivo dei due agenti di polizia precipitatisi a difendere la donna. Anzi, alla vista delle divise, ha tentato di raggiungere l’oggetto della sua ossessione, gridandole offese di ogni tipo, poi ha tentato di divincolarsi dal placcaggio degli agenti, ferendoli. Risultato: cinque giorni di prognosi per entrambi i poliziotti, il molestatore dietro le sbarre (per ora) e la donna se l’è “cavata” con il solito carico di stress e paura a cui mai si arrenderà. Da tempo, infatti, è assistita da un’associazione in difesa delle donne maltrattate, realtà che stanno ormai diventando insostituibili alleati di madri, figlie, sorelle, fidanzate, ed ex, perseguitate da amori malati.

I dati lo dimostrano: anche a Prato e provincia, vergogne e tabù stanno cedendo il posto a determinazione e presa di coscienza, e rivolgersi al 1522 non fa più paura. Sempre che si abbia il tempo di farlo. Non è stato così per Jennifer Miccio, la giovane di Mercatale di Vernio uccisa a Ferragosto sul lago di Bilancino, e non è bastato per le tante, troppe donne morte ammazzate in Italia e nel mondo. Stando a quanto riporta una scheda dell’Ansa, in media, nel nostro paese, perde la vita una donna ogni tre giorni.

 

Gli ultimi dati ufficiali resi noti sono quelli del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che proprio il 7 agosto scorso aveva annunciato un calo del 5,2% degli omicidi delle donne. Poi il boom: in pochi giorni, agosto si è trasformato nel mese più sanguinoso dell’anno, annullando quella percentuale di calo annunciata dal ministro. Nove ne sono state uccise, e tutte per mano di persone di cui si fidavano o a cui avevano voluto bene. Altro che calo…

 

L’ultima in ordine di tempo è Maria Ricci, 74 anni, ammazzata in casa il 26 agosto dal marito, Domenico Specchiulli, 76, che l’ha picchiata, poi accoltellata e infine si è tolto la vita. Abitavano a Ponsacco. Pochi giorni prima, il 24, è stata invece la volta di una donna di 40 anni, decapitata con una mannaia dal suo compagno, Federico P., che poi è stato ammazzato dai poliziotti. Avvertiti dai vicini, gli agenti sono stati aggrediti dall’uomo con una mannaia, la stessa che gli era servita per uccidere la fidanzata. È accaduto a Roma, in una zona dell’Eur.

Il venerdì prima, invece, 22 agosto, a Catania, il 47enne Roberto Russo, sconvolto dalla crisi del suo matrimonio, ha sfogato la sua depressione contro le figlie, seviziate a coltellate. Laura aveva 12 anni ed è morta in poco tempo, Marica 14 anni, si è salvata. Lunedì 18, invece, Mary Cirillo, 31 anni, è stata uccisa dal marito, Giuseppe Pilato, 30 anni, che dopo averle sparato è fuggito. E’ stata la figlia di 10 anni, la più grande, a trovare il corpo. La coppia ha altri tre figli di 8, 5 e 2 anni.

Il 13, a Sarzano, Antonietta Romeo, 40 anni, è stata uccisa in casa dall’ex marito, Salvatore Iemma, che 24 ore dopo averle sparato si è costituito. Quindi è toccato a Jennifer Miccio, la trentenne di Mercatale di Vernio, appunto, madre di un bambino di 10 anni, uccisa da un caro amico fra il 15 e il 16 agosto. E, sempre a ferragosto muore Ilaria Abbate, 24 anni, colpita 40 giorni prima da un colpo di pistola alla testa sparato dall’ex compagno, Riccardo Bazzurri, poi suicida.

Il 14 agosto Marcello Suriano, un ragazzo 22enne con un disagio interiore, uccide la madre di 55 anni, Mariangela Moiola. La donna è stata strangolata e soffocata nella loro casa a Carugo, Como, dal giovane, reo confesso del delitto. L’8 agosto, Maria Ferrara, 68 anni, è stata uccisa dal marito, che ha anche ferito il figlio e poi ha tentato il suicidio.

 

E questi sono dati, come ripetiamo ogni volta che Pratosfera pubblica la sua rubrica Home sweet home, non ufficiali, bensì presi dai soli casi trattati dai mass media. Nel nostro Paese, infatti, come non si stancano di denunciare le tante associazioni in difesa delle donne, non esiste un sistema di rilevazione integrato, sistematico ed omogeneo che raccolga i dati da forze dell’ordine, ospedali, servizi socio-sanitari, centralino 1522 e dai vari centri antiviolenza. Il sommerso, quindi, la tanta violenza che non sale agli onori della cronaca resta spesso sconosciuta e quindi inascoltata. E l’emergenza sale. Anche a Prato e provincia, dove negli ultimi tempi, però, la consapevolezza sta aumentando a tal punto che sono sorti – grazie alla collaborazione fra le amministrazioni comunali e il Centro antiviolenza La Nara di Prato – sportelli di ascolto specifici per la violenza domestica anche in zone come Carmignano, Vaiano e Montemurlo.