Le province toscane raccontate da giovani curatori d’arte contemporanea a Officina Giovani: si parte da Pistoia. Romanzo Pistoia è la mostra inaugurale di “TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana”, progetto organizzato dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci con Officina Giovani di Prato con l’obiettivo di sondare, captare e indagare le energie creative che ci circondano, dando spazio a sperimentazione, trasversalità e commistione di discipline artistiche e linguaggi creativi, dall’arte visiva alla musica, dal cinema al video, dal multimedia al design.

La prima tappa del progetto TU35 è stata l’apertura di una open call pubblica per curatori toscani sotto i 35 anni, ma anche italiani e stranieri che hanno scelto la Toscana come luogo di produzione e lavoro. Nella ricognizione sono state coinvolte le dieci province toscane: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, per avere uno sguardo il più capillare possibile e per una mappatura completa ed eterogenea. Il Centro Pecci ha ricevuto 45 candidature e sono stati selezionati 23 curatori e 2 collettivi.

Si comincia con la provincia di Pistoia con la mostra dal titolo Romanzo Pistoia a cura di Giacomo Bazzani e Alessia Lumini che hanno selezionato i seguenti artisti, designer e architetti: Emilio Baria, Linda Bonacchi, Martina Bruni, Jonathan Calugi, Francesca Catastini, Matteo Chiarello, Cristiano Coppi, Mariangela Della Notte, Zoe Gruni, Andrea Lunardi, Francesco Marraccini, Marco Tomaselli, [u]aS.

L’inaugurazione ci sarà domani,  giovedì 14 maggio.Dalle 18.00 concerti di I’ve Been Here Before, Marco Anastasio, Dfade, Mond in collaborazione con nevrosi. Ingresso libero. La mostra sarà visitabile dalle 15 alle 19 dal mercoledì alla domenica.

Partendo da un punto di vista che racchiude preoccupazioni, speranze e desideri della loro generazione, gli artisti invitati tratteggiano spazi dell’agire creativo contemporaneo capaci di far convivere locale e globale, agire artistico e agire etico. I due curatori sono partiti ponendosi alcune questioni. È possibile pensare a forme d’azione creativa che superino i confini disciplinari e diano risposte innovative ai problemi della nostra contemporaneità? Come e dove individuare luoghi ibridi di azione innovativa, a cavallo tra agire estetico e azione sociale?

Zoe Gruni risale ai miti indigeni dell’Amazzonia per dare senso allo spaesamento delle metropoli sudamericane: il Boitatà, fatto di gomme di biciclette, si aggira incredulo e indipendente tra le strade di San Paolo. Città anonime, neglette e poi redente, sono raccontate negli scatti di Matteo Chiarello, dal celebre mercato di Marrakech Djemaa el-Fna ai palazzi delle Fornaci.

Le Fornaci, un quartiere di Pistoia, esempio di modernismo architettonico socialmente fallimentare, riscattato dall’attivismo di base e istituzionale, rivive nelle foto di Chiarello, in una nuova dimensione onirica e monumentale. Città viste a volo d’uccello, per farne nuovi improbabili romanzi, sono le protagoniste delle opere di Cristiano Coppi o vengono raccontate nei time-lapse da Los Angeles di Marco Tomaselli. Tempi e luoghi remoti si cristallizzano nella ricerca d’archivio e fotografica sugli antichi teatri anatomici di Francesca Catastini. Tempi e luoghi che riescono a raccontare dei qui ed ora determinati nelle installazioni ambientali pittoriche di Andrea Lunardi o nei disegni/racconti di Linda Bonacchi.

Racconti di un sé emotivamente incerto e ambiguo si ritrovano nelle immagini di Mariangela Della Notte. Un sé aperto ad una storia tutta da scrivere, nei luoghi ameni e de-antropizzati dalla natura, si scopre invece negli scatti della montagna pistoiese di Francesco Marraccini. Un manto bianco intonso, in procinto di essere scritto che rievoca la transitorietà dell’esistenza che viene fermata con una leggerezza inaspettata nelle immagini di Martina Bruni. Una transitorietà che invece si traduce in un happening vitale e creativo, libero e inaspettato, nel Creative Camp di Jonathan Calugi, una serie di azioni creative e liberatorie a cui partecipano giovani pratesi col motto: “Hai cinque secondi per disegnare le tue paure, dopodiché passi la zine al tuo compagno”. Gesti e luoghi che ti costringono a prendere una posizione e costruiscono un’opera, non tanto per ciò che affermi, quanto per la posizione che vai ad occupare nella rete di gesti, azioni, persone e luoghi. Se Emilio Baria ripensa lo spazio attraverso il design, [u]aS ne struttura i legami, facendo delle piante in vaso un luogo d’incontro.

Ecco il calendario delle altre mostre da maggio a dicembre:

Firenze#1 5.06>21.06
Pisa 26.06>12.07
Siena 26.06>12.07
Massa Carrara 17.07>02.08
Livorno 17.07>02.08
Prato 18.09>4.10
Lucca 09.10>25.10
Arezzo 30.10>15.11
Grosseto 30.10>15.11
Firenze#2 20.11>06.12.