Krano è un animale strano (chiedo perdono per la rima). Potrei anche finire qui, ma credo che un approfondimento sia dovuto. Ex chitarrista di Vermillion Sands e Movie Star Junkies Krano, all’anagrafe Marco Spigariol, ha deciso di mollare tutto e andare sulle colline venete per immergersi completamente nella sua terra. Si è messo a cantare in veneto e ha partorito “Requiescat in Plavem”, il suo primo disco solista, per la Maple death records.

Krano si esibirà il 14 aprile alle 22 al Camelot 3.0: classificato come country/folk, sembra più un folle psichedelico, a tratti decisamente sgangherato e deragliante, a tratti diretto come una mattonata nei denti.

Un po’ Neil Young in buona, un po’ Francesco De Gregori in acido, un po’ fantasmi italiani e loa di New Orleans: Krano parla del Piave (Plavem), il fiume che ha visto la prima guerra mondiale e tutta la storia veneta passargli accanto, canta di amore, amicizia, soldi (gli schei) e perdita. Rende così omaggio alla propria Regione con il fido registratore Tascam 388 riprendendone il dialetto e donandogli dignità e trasformandola in poesia in musica.

Le otto tracce del disco (più una traccia nascosta) sono tutte rigorosamente in dialetto, ma contiamo che dopo qualche bevuta riuscirete a capire tutto alla perfezione. Krano ha registrato “Requiescat in Plavem” e poi basta, finito, sparito. Se volete vedervelo (e magari anche comprare il disco, che non si sa mai scomparisse pure quello) sarà il caso che venerdì 14 aprile andiate al Camelot 3.0.