katmandu
Katmandu

Abbiamo raccontato qui la storia di Gaetano Vannucchi e del suo progetto di viaggio in Vespa verso il Giappone. Partito lo scorso 29 giugno, adesso è lui a raccontarci alcune tappe del suo lungo viaggio verso il Sol Levante in sella all’amata Calypso. Qui le tappe precedenti di un viaggio a dir poco emozionante e imprevedibile. 

Calypso ed io entriamo in Nepal insieme ad un gruppo di automobilisti inglesi che con le loro auto d’epoca stanno partecipando all’Himalaya’s rally, amazing!!! Ma per i miei gusti troppo semplice essere in gruppo e con staff tecnico al proprio fianco.

Tutti mi chiedono del mio viaggio e tutti rimangono stupefatti dai chilometri e dalle nazioni percorse in solitaria in poco più di tre mesi. Continuo la strada attraversando un pezzo di giungla nepalese con la speranza d’incontrare qualche elefante, tigre o animale selvaggio ma per mia sfortuna incontro solo qualche gruppo di scimmie dal viso nero e pelliccia bianca.

Dopo la città di Butwal la strada inizia a salire e a peggiorare, non ce la faccio più a guidare in queste condizioni, sento che il mio fisico e la mia mente stanno cedendo, sono esausto per i continui rallentamenti e sterrati improvvisi, inizio ad avere dolori persistenti ai polsi e alle dita per il cambiare e frenare così spesso.

Fortunatamente dopo circa trenta chilometri la strada si trasformerà nella strada più bella e divertente percorsa fino ad ora con pieghe e aperture di gas da gara agonistica. Purtroppo però, il cielo inizia a diventare minaccioso quando mancano solo 36 chilometri alla conclusione di questa tappa giornaliera, ti prego fammi sistemare asciutto per la notte! Invece no, le miei preghiere saranno inutili come è inutile indossare giacca e pantaloni waterproof. La strada in pochi minuti si trasformerà in un fiume e il tramonto lascerà spazio ad un’oscurità terribilmente pericolosa per qualsiasi essere umano che abbia deciso di muoversi in quel momento, e cioè solo io.

Incosciente! Mi ripeto costantemente, ma che ci posso fare se sono nato testardo? Ho deciso di arrivare a Pohkara e a Pohkara  arriverò completamente fradicio con il tipo della Guest house che mi segue asciugando con uno straccio il fiume d’acqua che mi lascio dietro fino alla porta della mia stanza. Pohkara è la seconda città più grande del Nepal, si affaccia sul lago Phewa dove è possibile farsi un giro noleggiando colorate barchette ed ammirare le belle vette dell’Himalaya che superano di poco gli 8000 metri. Questa città è organizzata per turisti che amano il trekking e le alte quote, semplice arrivare con niente per poi ripartire con le migliori attrezzature da montagna ad un costo irrisorio.

Gli ultimi 200 km che mi porteranno a Kathmandu saranno un riepilogo nella mia mente di tutto il mio viaggio poiché dopo Kathmandu arriverà il Giappone e di conseguenza la meta finale dove le ore seduto su Calypso finiranno ed io dovrò decidere che fare della mia vita.

A Kathmandu tutti portano le mascherine sul volto per non respirare il polverone che c’è per strada e a distanza di tre anni ancora oggi è possibile notare le conseguenze del disastroso terremoto avvenuto nel 2015, in un giorno prenderò contatto con la compagnia di spedizioni che trasferirà Calypso fino all’aeroporto di Osaka, fogli, attese ed energie spese per il processo burocratico d’esportazione di un veicolo nato in Italia.

homeless

Cinque giorni per fare tutto e 14 ore per arrivare ad Osaka con l’aereo della Thai Airlines, trovo sistemazione nella Guest house “cocoroom” con la sua padrona che è un’attivista in aiuti sociali autogestiti verso le persone che abitano nel quartiere, un quartiere che un tempo era la zona più pericolosa di Osaka gestita dalla yakuza e dalla polizia all’unisono ma che ora è in via di miglioramento grazie a nuove attività e turismo.

La mia felicità per l’arrivo nel Sol Levante svanisce con l’arrivo di Calypso all’aeroporto di Osaka e con la notizia dell’ufficio immigrazione che la mia patente internazionale non è valida in Giappone!!! Arghhhh!!! Battito cardiaco piatto———————————— In due anni e 36 paesi oltrepassati nessuno mi ha mai chiesto la patente internazionale e quindi io non mi sono mai ricordato della sua invalidità in Giappone.

Che fava! Due opzioni: spedire nuovamente la vespa in Italia ad una cifra allucinante e anche di questo fava a non informarmi prima o vendere Calypso. Nessuno vuole una vespa con oltre 30000 chilometri percorsi in due anni e mezzo, modificata e scatalizzata, allora l’unica cosa da fare è mettere le mani nel portafogli e spendere questi fottutissimi soldi, che prima o poi li avrei dovuti tirare fuori, e procedere alla spedizione. Il vantaggio è che Calypso è già nella cassa da morto e già all’aeroporto, povera, al buio, senza ossigeno e senza di me ad alleviarle le pene di questa vita.

A questo punto i miei piani di sistemarmi in Giappone sono falliti, anche per la quasi mancanza del denaro necessario ad una normale sopravvivenza da turista e all’impossibilità di trovare un lavoro a causa della mia non conoscenza della lingua giapponese.

Ok, niente panico, torno in Italia. Forse qualcuno darà lavoro ad un disagiato come me e se non fosse così migrerò un’altra volta verso un altro paese europeo visto che il mio feeling è quello di tornare in un’Italia ancor peggio di quando l’ho lasciata 5 mesi fa.

Che fare? Che fare? Che fare? Pensa, pensa, pensa…

Tutto si risolverà in qualche modo o tutto fallirà come è fallito il mio viaggio.

Anyway, dopotutto sono felice di aver fatto questa esperienza anche se si è risolta in malo modo, ho attraversato luoghi incredibili e conosciuto persone incredibili, sono riuscito a cavarmela in situazioni difficili e con l’aiuto di Calypso sono arrivato dove sono arrivato. Grazie Calypso e grazie a tutti quelli che mi hanno seguito in questi mesi.

Game Over.

Osaka
Osaka

Omurice (frittata di riso)

Ingredienti per una persona: 2 uova, 1 tazza di riso da sushi cotto al vapore o con la rice machine, 2 pomodori pelati,  1 spicco d’aglio, Parmigiano grattugiato, burro, sale e pepe q. b., peperoncino a piacere, olio di girasole,

Preparazione: inuna padella con un pò d’olio far prendere un buon colore all’aglio per poi aggiungerci i pomodori pelati e del brodo vegetale, aggiustare di sale e pepe e cuocere la salsa di pomodoro per circa mezz’ora a fuoco lento. Quando sarà pronta aggiungere il riso precedentemente cotto al vapore, amalgamare il tutto e levare dal fuoco.

Prendere una padella antiaderente e scioglierci una noce di burro, quando inizia a sfrigolare versarci le uova sbattute con un pizzico di sale e pepe.

Lasciare cuocere l’omelette per qualche istante, ricordarsi che non deve essere rigirata come una frittata. Mettere il riso al centro della frittata e piegare dolcemente il lato superiore facendolo combaciare con quello inferiore, immaginatevi di chiudere un calzone.

Spegnere il fuoco, dare una spolverata di parmigiano grattugiato e coprire per un minuto con un coperchio, dopo di che servire su di un piatto e godersi questa eccezionale bomba giapponese.

Ricetta semplice che vi darà molta soddisfazione in qualsiasi momento della giornata.

Normalmente per il ripieno i giapponesi usano del pollo con verdure per poi cospargerci sopra all’omurice abbondante ketchup, eliminando il ketchup ho pensato di proporre un ripieno con del riso al pomodoro che sarà molto probabilmente più naturale del ketchup.

Buon divertimento…