i can't breathe

I can’t breathe si terrà domenica 7 Giugno alle 17, in piazza dell’Università, con un flash mob per ricordare George Floyd ed esprimere vicinanza e solidarietà al movimento Black Lives Matter organizzato dalla Rete degli studenti medi e dall’Unione degli universitari. Oltre a quello pratese ci saranno flashmob anche a Firenze e Pisa.

Negli Stati Uniti, nel 2019, la polizia ha ucciso 1099 persone secondo il sito Mappingpoliceviolence: gli afroamericani, pur essendo il 13% della popolazione, costituiscono il 24% delle vittime. Rispetto a bianchi e ispanici, gli afroamericani rischiano di essere uccisi tre volte tanto e questo rischio aumenta a seconda dello stato in cui vivono: l’Oklahoma porta a casa il non invidiabile trofeo di stato più pericoloso per i suoi cittadini di colore.

Uno studio ha dimostrato che il numero di cittadini afroamericani uccisi non coincide con il tasso di criminalità delle città in cui vivevano, nè il tasso di criminalità dello stato e, solo nel 2015, le vittime disarmate sono state 100.

George Floyd non è il primo a morire così: Bettie Jones è stata uccisa con un colpo al collo dopo aver aperto la porta di casa alla polizia mentre aiutava un vicino con dei problemi legati a suo figlio; Breonna Taylor, 26 anni, è stata uccisa da otto colpi d’arma da fuoco nel suo letto, in casa sua, da un poliziotto che poi si è reso conto di essere entrato nella casa sbagliata dopo aver sfondato la porta; Christopher Kimble è stato ucciso da un furgone della polizia che si stava recando sul posto di un incidente, mentre stava semplicemente attraversando la strada, Philando Castle è stato ucciso nella sua macchina per un fanalino rotto, mentre la sua ragazza filmava l’incidente. George Floyd non è nemmeno il primo a morire dicendo “I can’t breathe”, non riesco a respirare, frase che è diventata lo slogan del movimento. La percentuale di poliziotti perseguiti dopo gli omicidi è minima, e molti non sono nemmeno stati identificati: i quattro arresti per l’omicidio di George Floyd arrivano dopo proteste diffuse in tutto il mondo.

Le manifestazioni di protesta del movimento Black Lives Matter sono partite dal Minnesota e si sono poi allargate a tutti gli stati: a Prato il flash mob è organizzato dalla Rete degli studenti medi e dall’Unione degli Universitari, e punta il dito anche contro la violenza in Italia: “Il problema non è solo americano, potremmo citare numerosi casi di violenze anche nel nostro paese, casi di razzismo e di abuso di potere.”

In piazza dell’Università, dalle 17, ci saranno gli interventi di apertura da parte degli organizzatore cui seguiranno otto minuti di silenzio, con la testa abbassata e il pugno alzato, per ricordare i quasi nove minuti in cui George Floyd è rimasto a terra con il ginocchio di Derek Chauvin premuto sul collo. Chauvin aveva già collezionato denunce per abuso d’ufficio e violenza prima di uccidere George Floyd.
Seguiranno gli interventi liberi delle realtà che intendono aderire.