sipari chiusi in città

«Nell’ultimo anno l’intero settore dello spettacolo è stato tagliato fuori dalla vita delle persone. Il timore più grande –
oltre a quello della sopravvivenza delle imprese e del nostro livello occupazionale – è che, una volta usciti dall’attuale fase di stallo, per molti sarà faticoso tornare a vivere esibizioni e concerti con la stessa naturalezza di un tempo. Le persone rischiano di disabituarsi a certi appuntamenti prima irrinunciabili e ci sarà bisogno di un grande lavoro per costruire la ripartenza del settore».

Sono le parole con cui Francesco Fantauzzi, titolare di Fonderia Cultart e membro dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, commenta uno studio dei giorni scorsi sul consumo culturale degli italiani nel 2020, dimezzato rispetto a quello registrato nel 2019, chiedendo urgentemente «una pianificazione di interventi e iniziative che sono possibili soltanto attraverso il sostegno delle Istituzioni».

«Chiediamo quindi al Governo di definire un programma per la ripartenza del settore spettacolo – dice Fantauzzi – Ad oggi non abbiamo né tempi certi né sostegni adeguati, possiamo solo interpretare quanto ci viene detto. Noi ci prepariamo con nuove attività fin dalla prossima estate per mettere in moto la ripartenza completa dall’autunno 2021. Ma senza un Governo che ci tuteli e ci sostenga e senza gli enti locali che ci affianchino e facilitino la ripresa, tutto questo sarà molto difficile».

«Non parlo dei cosiddetti ‘ristori’ che si sono dimostrati del tutto irrilevanti rispetto alle perdite subite – prosegue Fantauzzi – Mi riferisco a investimenti effettivamente dedicati a un nuovo inizio che non può prescindere da un lavoro sui luoghi, con l’adattamento degli spazi e mediante una semplificazione normativa sulle agibilità, fino alla ricostruzione delle
dinamiche del un settore che ha perso il contatto col proprio pubblico dopo un anno e mezzo di vuoto. Inoltre – aggiunge – oggi emerge più che mai come fondamentale la collaborazione fra i professionisti del settore. L’emergenza ci ha fatto superare le rivalità del passato e oggi lavoriamo insieme per individuare gli strumenti e le pratiche migliori per
affrontare questo periodo. Purtroppo ciò che possiamo fare è realizzare eventi in streaming che hanno l’unico obiettivo di mantenere un contatto con gli appassionati, ma non possono in alcun modo sostituire gli spettacoli dal vivo. È impossibile paragonare la fruizione di un concerto on-line a un e-commerce: l’esperienza, l’atmosfera, le emozioni di uno spettacolo non si assaporano sul web».

Solo una settimana fa, il presidente dell’Associazione generale italiana dello spettacolo (Agis) Carlo Fontana lanciava una petizione in cui si chiedeva al governo tempi e strategie per la ripartenza del settore della cultura e dello spettacolo.