CrowdPrato è il percorso partecipativo per costruire progetti per la città di Prato organizzato da Unione Industriali, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.  Si comincia il 25 ottobre e si finisce il 18 dicembre. Tra queste due date, ci sono i tavoli di lavoro che  dovrebbero portare all’ideazione di progetti concreti e soprattutto sostenibili per la città su tre tematiche: cultura, economia, sociale. Tempi e finalità sono state presentate qui.

Gli iscritti alla prima giornata, quella di presentazione, superano già le cento unità. A Prato c’è voglia insomma di mettersi in gioco e di pensare soluzioni e prospettive nuove. Come?  Lo abbiamo chiesto a Silvia Givone di Sociolab, l’azienda fiorentina chiamata a Prato proprio per gestire il lavoro che ad ogni tavolo verrà svolto dai 25 partecipanti. A lei, che lo fa di mestiere, il compito di spiegare come verranno gestite le discussioni e i lavori di CrowdPrato.
crowdprato

Immaginatevi la scena. Ci sono 25 persone, magari alcuni si conoscono tra loro ma non è scontato, seduti intorno ad un tavolo perché vogliono parlare di cultura (o di economia o di sociale) e magari hanno loro stessi dei  progetti da presentare e da mettere sul tavolo. La prima cosa che viene in mente è come faranno, queste persone, ha trovare un punto di incontro e lavorare su uno o più progetti comuni.

“Non è un caso infatti che CrowdPrato si sviluppi in quattro incontri  – comincia Silvia Givone – Nei primi due ogni tavolo farà brainstorming e noi di Sociolab aiuteremo a far venir fuori tutte le idee, le organizzeremo, le incanaleremo nel modo migliore. Di fatto, siamo facilitatori e acceleratori di progetti – prosegue – e quindi  il nostro apporto a CrowdPrato sarà soprattutto legato al metodo: all’inizio verranno introdotte delle regole minime e delle tempistiche precise, le idee verranno organizzate visivamente, daremo regole, tempi e compiti precisi con l’obiettivo di lavorare in modo concreto a progetti sostenibili economicamente”.

Per entrare ancor più in dettaglio nel lavoro che i tavoli svolgeranno, Silvia Givone spiega come verranno individuati i progetti migliori. “Non ci sarà alcuna selezione o indirizzo da parte nostra: i progetti migliori, quelli cioè in grado di camminare con le proprie gambe, emergeranno in modo naturale durante le giornate di lavoro. Ma questo non vuol dire – aggiunge – che se due o tre persone intendono continuare a lavorare su un progetto comune non possano farlo. Anzi, possono addirittura continuare a vedersi al di fuori di Crowdprato a patto che poi tornino a riferirci dei progressi”.

La seconda parte di CrowdPrato sarà quella più pratica e metodologica. Per un semplice motivo: dopo aver individuato idee  promettenti, bisogna costruire proposte concrete. “Sforzarsi di lavorare in modo concreto conviene – spiega Silvia Givone – molto spesso eventi e convegni che si ripromettono di discutere e organizzare idee intorno ad una tematica specifica finiscono in un nulla di fatto, con il bagaglio di frustrazione che questo si porta dietro. Noi proponiamo invece un metodo molto pratico ed efficace – conclude – che porterà all’evento finale del 18 dicembre progetti chiari e sostenibili in ogni ambito trattato”.

Tutto questo, se i partecipanti a CrowdPrato riusciranno a individuare idee e progetti interessanti. Cosa che non dovrebbe essere un problema, visto che siamo a Prato, “una città non stereotipata – conclude Silvia Givone – una città piena di contraddizioni, di risorse e soprattutto di opportunità. Per questo interessa così tanto a Sociolab”.