Arrivano gli operatori di strada ed è la prima, concreta azione che la politica pratese riesce a mettere in piedi sulla tossicodipendenza in centro storico da parecchio tempo a questa parte.

Il progetto si chiama “Outsiders” (emarginati) e l’ha presentato stamani il vicesindaco Faggi (che l’aveva annunciato) insieme all’assessore alle Politiche Sociali Luigi Biancalani, al direttore del Sert dell’Asl 4 Antonella Manfredi, a quello della Società della Salute e responsabile zona-distretto dell’Asl 4 Michele Mezzacappa, alla coordinatrice del progetto Giovanna Campioni e a Daniele Bertusi, entrambi della cooperativa C.A.T. di Firenze. Un progetto da 56mila euro, divisi in 40mila provenienti dalla Regione, 8 dal Comune e 8 dall’Asl4.

Ritorno alla normalità

Il tardivo intervento del Comune sul fenomeno della tossicodipendenza in centro storico, sotto gli occhi di tutti e raccontato da tutti i giornali nell’ultimo anno e mezzo, è un primo passo verso la “normalità”: normalità intesa come reazione politica, piuttosto che normalità della situazione in centro storico. E’ quello che sostengono sia Faggi , “Mettiamo la cosa in mano a dei professionisti del settore, così come avviene normalmente in tutte le altre città”, che l’assessore Biancalani, che dice: “Intanto cominciamo col fare qualcosa, tra un anno tireremo le somme”. Cui si deve aggiungere Michele Mezzacappa e l’assicurazione che “questo sarà il genere di progetti che la società della salute cercherà di finanziare in futuro”.

A cosa servono e cosa faranno gli operatori di strada

“Gli operatori di strada parlano” esordisce la coordinatrice del progetto Giovanna Campioni della cooperativa C.A.T. Intendendo una cosa che sarà esplicitata più avanti: gli operatori di strada sono il ponte tra gli emarginati della strada e i servizi socio-sanitari a disposizione. “Il nostro compito è quello di avvicinare questi soggetti, conoscerli, guadagnarne la fiducia e poi indirizzarli verso i servizi di cui hanno bisogno – ha spiegato – è il servizio che va a loro e non loro che si rivolgono ad un servizio”. Poi bisogna vedere se funziona il servizio, ma questo è un altro problema.

“Anche perché – ha aggiunto Daniele Bertusi – il momento in cui un tossicodipendente suona al campanello del Sert è un momento molto forte. Noi lavoriamo per velocizzare questa presa di coscienza che li porterà a rivolgersi al Sert”. La C.A.T. dall’inizio di febbraio impiegherà tre operatori di strada, che si muoveranno in coppia tre volte a settimana ogni volta per 4 ore in centro storico. Saranno riconoscibili grazie ad un tesserino e gireranno su un furgone che sarà parcheggiato di volta in volta nelle zone interessate dal fenomeno della tossicodipendenza.

La cooperativa fiorentina è attiva da 10 anni, nel 2013 ha registrato 1150 contatti per un totale di 204 persone trattate e di Prato ha sentito parlare così tanto che nell’ultimo anno è pure venuta in ricognizione. “Alcune persone che seguiamo a Firenze ci hanno detto più volte di aver comprato eroina a Prato e così siamo venuti a vedere – ha spiegato Giovanna Campioni – abbiamo trovato una situazione particolare, con molti spacciatori e con precisi luoghi di consumo”.

Dati del Sert

I dati forniti dal direttore del Sert stamani sono questi. “Nel 2014 sono stati 146 i casi presunti di overdose (dati tuttavia da verificare): l’88% dei soggetti non erano persone conosciute dal Sert contro il 12% di persone note invece al servizio. Di questo 12%, 6 casi erano in trattamento al Sert mentre 12 non erano seguiti dalla struttura specializzata nella gestione delle dipendenze da sostanze. L’età media si aggira intorno ai 40 anni, con un aumento dei giovani che si affidano all’attività del centro di recupero dell’Asl. Nel 2013 erano 2 i casi di adolescenti affetti da dipendenza da droga, con età inferiore ai 18 anni: nel 2014 i casi segnalati sono stati invece 4. Infine, sempre nel 2013, i giovani dai 18 ai 21 anni seguiti dal Sert erano 14. Tre le sostanze più utilizzate. Nell’ordine: cannabis, cocaina ed eroina”.

Seconda fase

“Tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, invece, daremo l’avvio, in parallelo, a una seconda fase che riguarda la mediazione sociale – ha spiegato il vicesindaco Faggi – l’attenzione in questo caso sarà concentrata su altri luoghi, come piazza Mercatale o i giardini della Passerella, in cui gli operatori si occuperanno di affrontare al meglio i conflitti esistenti e di intervenire per sanare le problematiche riscontrate, criticità importanti anche da un punto di vista della pubblica sicurezza”.

Cosa sappiamo

  • Sappiamo che nell’ultimo anno il centro storico di Prato è diventato il crocevia dello spaccio di eroina e affini per mezza toscana;
  • Sappiamo che le overdosi nel 2o14 sono state 146 (ma qualche mese fa l’assessore Biancalani disse 149) di cui tre mortali.
  • Sappiamo da tempo che il fenomeno dell’eroina interessa anche gli adolescenti.
  • Conosciamo le lamentele, le proteste e le dimostrazioni che i residenti della zona hanno fatto e messo in atto negli ultimi dodici mesi, riportate da giornali e televisioni.
  • Sappiamo che di allarmi, sul fenomeno della tossicodipendenza, c’è chi ne ha lanciati in continuazione.
  • Sappiamo che l’Ars ha avviato una ricerca sul fenomeno eroina a Prato.
  • Sappiamo cosa il Comune ha intenzione di fare adesso, dopo un anno in cui il fenomeno è stato sostanzialmente ignorato.

Cosa non sappiamo

  • Non conosciamo il costo, sociale ed economico, di un anno almeno di mancato intervento a contrasto della tossicodipendenza.
  • Non conosciamo se e quando verrà fatto qualcosa per contrastare l’altro fondamentale aspetto del problema: lo spaccio di sostanze stupefacenti.